Il Galaxy SII con batteria Mugen da 3200 mAh con cui conduco le mie prove
d'uso dello smartphone come GPS accanto ad un logger a basso costo.
NB: per interfacciare i due attrezzi bisogna scaricare un'applicazione come
Bluetooth GPS (ce n'è più d'una, di solito sono gratuite) e ricordarsi di
lanciarla prima del software cartografico. Tutto qui, il resto viene da solo.
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E allora basterebbe farli incontrare e il problema-batteria verrebbe ridimen-sionato (ma quanti condizionali!).
Provandoci, ho visto che bisogna tenere spento il GPS del telefonino e collegare i due dispositivi via Blue-tooth ed ecco che la batteria del telefonino dura molto ma molto di più.
Il perchè è chiaro: l'antenna GPS che tiene il segnale e batte il punto è quella del logger, un attrezzo progettato per resistere a molto più di 24 ore di utilizzo continuato.
Il software cartografico dello smartphone (io uso TwoNav) mostra la posizione corrente sulla mappa dei sentieri e registra la traccia. Così le escursioni di una giornata si possono fare utilizzando lo smartphone dall'inizio alla fine, sempre vedendo la posizione corrente, la traccia del percorso fatto e il sentiero segnato sulla mappa.
Senza se e senza ma? Un "ma" purtroppo c'è: siccome i due dispositivi comunicano via Bluetooth (che è un segnale radio) perchè la cosa funzioni occorre che il telefonino non sia in modalità aereo: nei coni d'ombra la continua ricerca del segnale telefonico pesa sulla batteria...
Eppure, nonostante ciò, dopo otto ore di cammino nelle Maddalene, spesso a schermo acceso per "vedere" il sentiero sotto la neve, in più altre due ore aggiuntive a telefono acceso e un'altra mezz'ora d'uso continuo del flash come torcia (siamo tornati col buio) la batteria Mugen aveva ancora il 20% di carica.
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