Un giro della memoria sull'altipiano di Emilio Lussu (WW1), ma anche di Luigi Meneghello (WW2).
I due che più e meglio hanno scritto dell'altopiano di Asiago sono certamente "il sergente nella neve" Mario Rigoni Stern e l'antieroico Emilio Lussu, con il suo magistrale "Un anno sull'altipiano". Ma tra Malga Fossetta, i Castelloni di San Marco e la zona dell'Ortigara si dipanano anche le vicende dei "piccoli maestri" di Luigi Meneghello, il partigiano vicentino poco incline alla retorica che scrive con una disincantata obiettività che rimanda agli scritti partigiani di Beppe Fenoglio. La foto è scattata da Cima Caldiera. Le due insignificanti polentine di sassi chiari sulla sinistra sono il Monte Ortigara. Dall'altra parte della Valsugana l'orizzonte è interamente preso dalla lunga catena dei Lagorai. |
Il teatro della macelleria incrociata del giugno 1917. In primo piano il Cippo Austria- co, a destra la modesta "cima" dell'Ortigara, dove si trova la Colonna Mozza.
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Dalla Valsugana l'Ortigara manco si vede, il profilo dell'altipiano è avaro, mostra Cima Dodici e poco altro.
Un occhio ben allenato riesce invece a scovare Cima Caldiera e il Campanaro, che per il suo profilo inconfondibile è detto anche "il naso di Dante".
Anche una volta giunti sul posto, la "vetta" dell'Ortigara si lascia indi-viduare con difficoltà; a dire il vero questo monte, reso così famoso dalle sanguinose battaglie che vi si sono combattute nelle WW1, ha una cima che si nasconde.
Il giro transita dall'Ortigara, scende al Passo dell'Agnella, visita il caposaldo di quota 2.003, sale a Cima Caldiera e imbocca la strada militare che scende a P.le Lozze.
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Più che una vera cima è una bassa doppia polenta di roccia nuda il cui "colmo" è segnalato dalla colonna in marmo del "cippo italiano" (quota 2.108), cippo che fa il paio con quello "austriaco", 300 metri a Nord-Est (quota 2.086).
Nel giugno del 1917 qui si scontrarono, in un fuoco di macelleria incrociata, ben 400.000 soldati del due schieramenti. Sull'Ortigara WW1 si sa ormai tutto, c'è una vasta e qualificata letteratura.
Non è così, invece, per la WW2. Pochi infatti sanno che proprio qui, alla colonna spezzata del Cippo Italiano, si diedero appuntamento i "piccoli maestri" di Luigi Meneghello, ragazzi vicentini che dalle aule universitarie s'erano spostati prima nel Vallone del Mis e poi sull'Altipiano di Asiago, giovani ingenui e inesperti impelagati in una impresa decisamente più grande di loro, ma decisi comunque ad andare fino in fondo.
Dall'Ortigara il giro prosegue scendendo al caposaldo di quota 2.003 per poi risalire a Cima Caldiera, da dove lo sguardo spazia in direzione dei Castelloni di San Marco, e del vasto pianoro di Marcesina.
Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 1.790 (Piazzale Lozze)
Quota massima raggiunta: m 2. 124 (Cima Caldiera)
Dislivello assoluto: m 19
Dislivello cumulativo in salita: m 660
Dislivello cumulativo in discesa: m 671
Lunghezza con altitudini: km 9,5
Tempo totale netto: ore 3:20
Difficoltà: E
Descrizione del percorso: a Piazzale Lozze (m 1.790) si prende il sentiero CAI 840 che usa una ex-strada militare per salire alla chiesetta di Lozze (m 1.920) e proseguire fra i mughi fino al bivio di Malga Ordigara (m 1.937). Prendendoil ramo di sinistra si sale direttamente alla Colonna Mozza (m 2.105). Da qui ci si porta in breve ai 2.086 metri del Cippo Austriaco. Si imbocca l'evidente sentiero in discesa che attraverso la galleria Biancardi scende alla larga insellatura del Passo dell'Agnella (m 2.008). Breve digressione in orizzontale al famoso caposaldo di quota 2.003, proteso sulla Valsugana (opere in caverna).Tornati al Passo dell'Agnella, si vira sulla sinistra imboccando così il sentiero CAI 841 che taglia tra fitte trincee il versante Sud del Monte Campanaro e si inerpica lungo il versante Sud di Cima Caldiera. Dalla vetta (m 2.124, croce) si segue il sentiero CAI 841 che ricalca in gran parte la strada di arroccamento scendendo fino a Piazzale Lozze (m 1.790).
Come arrivare: da Gallio in auto seguiamo le indicazioni per il Monte Ortigara transitando per Campomulo prima e per la spianata di Campomuletto poi. Da qui inizia un lungo, tortuoso e sconnesso sterrato, per finire con un breve tratto asfaltato che termina a Piazzale Lozze, 19 Km da Gallio (1771 m).
Dal caposaldo di quota 2.003: vista sulla linea di cresta che s'affaccia sulla Valsugana. |
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