A dispetto dell'ingresso anonimo, il ristorante ha dell'antica locanda e si sviluppa su tre piani, com'era nei compatti centri storici medioevali, dove lo spazio era risicato. In ciò assomiglia alla notissima e vicina Ca' de Bezzi. |
E' un'antica trattoria menzionata per la prima volta nel 1277 e dal 1840 di proprietà della famiglia Kamaun.
I locali arredati in stile Biedermeier, il separè con la “stanza delle rose”, poi la “Goethestube”, la seriosa “Kamaunstube”, la stanza con architettura a
volta e anche la stanza tappezzata, e ancora la sala “Staffler”.
Qui fanno anche le Erdäpfelblattln della nonna, le frittelle di pasta di patate impa-
rentate con il tortèl di patate trentino, e l'introvabile Stockfischgeröstel che, più
che un semplice baccalà, è un piatto veramente meticcio, una specie di Gröstl
dove le patate sono però sostituite dal baccalà.
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Locali non sempre aperti ai turisti in canottiera e infradito (e secondo me l'esclusione non è poi così sbagliata, sono stanze cariche di storia, significato e appartenenza (anche se troppi tra noi italiani fingiamo di non capire.).
Durante la seconda guerra mondiale nei suoi locali hanno avuto luogo incontri segreti della prudente borghesia antifascista sudtirolese.
La parola d’ordine per accedere alle stanze superiori era appunto “Vögele”, da cui il ristorante ha poi preso il suo nome attuale (così almeno vuole la vulgata attuale).
La parola d’ordine per accedere alle stanze superiori era appunto “Vögele”, da cui il ristorante ha poi preso il suo nome attuale (così almeno vuole la vulgata attuale).
Comunque, pare che anche Wolfgang Goethe abbia apprezzato questo locale, poiché già ai suoi tempi il “menù dell’Aquila Rossa” era (si vociferava) una vera squisitezza.
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