In città le forsizie e nei prati di monte il tarassaco. Sono loro, con quel giallo squillante, gli alfieri della primavera. Certificano che anche qui l'inverno è finito.
Essendo tra i primi a comparire, i fiori del tarassaco sono frequentatissimi dalle api e dalle vespe. |
In diagonale: fioritura primaverile sulla vetta del Monte Fregasoga nei Lagorai e ai margini della mulattiera che sale al Col del Gallo, sopra Cismon del Grappa. Le foglie seghettate del tarassaco si prestano a deliziose insalate ma possono finire nel piatto anche le sue radici che, una volta bollite, diventano commestibili. |
E' conosciuto anche con il nome di "piscialetto", attribuitigli per le sue indubbie proprietà diuretiche, e anche come "soffione", per via della palla lanosa che ne contiene i semi.
Pare che il nome derivi da dal greco tarakè (scompiglio) e àkos (rimedio), poichè sarebbe capace di rimettere in ordine l'organismo e superare le digestioni difficili.
primavera... non privavera...
RispondiEliminaciao Paolo
Giusto e sacrosanto. E mentre qui le nevi si sciolgono, un giro di primavera fra i bacàri veneziani non ci starebbe bene?
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