giovedì 15 aprile 2021

Sul Soprasasso, ma dalla Vela (Monti di Trento)

Di solito si va al Soprasasso partendo da Cadine perchè il dislivello é minore. Ma Gigi ha voluto arrivarci dalla Vela, alla periferia di Trento.
Per salire al Soprasasso dalla località Finisterre (Vela) si utilizza il sentiero SAT 627. Sono 750 metri di dislivello cumulativo.
Verso Trento dal maso Dell'Aria, col suo mini-altipiano coltivabile appeso sopra il
Bus de Vela. Sulla destra spicca la macchia verde del Doss Trento.
Il 627 della SAT é  il primo tratto del lungo "Sentiero di San Vili", il quale ricalca l’antica via romana che la tradizione vuole percorsa nel 400 d.C. da Vigilio, il vescovo patrono di Trento, e anche dalle sue spoglie, dopo la sua uccisione avvenuta a colpi di "sgalmare" da parte dei villici della Val Rendena. Sono circa 100 chilometri, suddivisi in sei (o cinque) tappe e la salita al belvedere del Soprasasso si avvale dei suoi tratti iniziali.
👉Sia il testo che le foto sono, ancora una volta, di Gigi.
👉Per una descrizione completa del "Sentiero di San Vili", invece, vedi qui.
L'escursione culmina al "pontesel", punto panoramico aperto sulla Val d'Adige. In
basso i capannoni della zona industriale di Lavis con dietro i monti della Val di Non.
Vedi le altre foto in Google Foto.


Quote e dislivelli (dati IGM):
Quota di partenza/arrivo: m 193 (Finisterre)
Quota massima raggiunta: m 805 (La Polsa del Fausto)
Dislivello assoluto: m 612
Dislivello cumulativo in salita: m 760 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 760 circa
Lunghezza con altitudini: km 4.8 solo andata
Tempo andata 2:15 ore
Tempo ritorno 2:00 ore
Tempo totale netto: ore 4:15 AR
Difficoltà: E

Come arrivare: da Trento si
In blu il percorso di salita dalla Vela (periferia nord di Trento) fino al belvedere "Pontesel" (cartografia mapy.cz).
raggiunge il sobborgo della Vela, di fianco al Doss Trento, si attraversa tutto l’abitato arrivando in località Finisterre dove troviamo gli sbarramenti (parcheggio) che ora chiudono la vecchia strada per Zambana. Oltre le barriere di cemento si raggiunge il visibile segnavia del sentiero SAT 627.

Descrizione del percorso: "Qui inizia il vero e proprio sentiero intitolato a San Vigilio. Padre Dante se si trovasse qui esclamerebbe: “Lasciate ogni speranza o voi che salite”, infatti, si tratta di un percorso che prende quota, ripido e tortuoso, in mezzo a una soffocante vegetazione. Oltretutto fin dopo il Maso Finisterre troviamo i segni (rifiuti) della vicina discarica di Trento, alcuni portati dal vento altri abbandonati colpevolmente dall’uomo. Insomma si tratta di un brutto inizio e di una faticosa salita che, al ritorno, diventa un’infida discesa! Come se non bastasse, il sentiero attraversa una zona cosparsa di massi grandi e piccoli, segno evidente di crolli da una parete rocciosa che s’intravede più in alto, un posto da superare il prima possibile.
👉Arrivati, finalmente, a q. 400 si trova un breve tratto di piano, alla nostra sinistra una recinzione ci divide dai campi coltivati del Maso dell’Aria. È questo un posto singolare, invisibile dalla città e, tantomeno, dalla vicina e sottostante strada del Bus di Vela. Dopo la ripida salita nel fitto del bosco ceduo fa piacere vedere un posto pianeggiante (molto ben curato) e areato, come lascia intendere il nome del Maso. Costeggiata la recinzione, arriviamo in breve nei presi di una cisterna, dove troviamo di nuovo la salita. Questa volta però il sentiero, anche se all’apparenza può sembrare un po’ ispido, sale con comodo, oltrepassa una passerella che supera un punto esposto e continua, a volte più o meno stretto, cosa che richiede ovviamente un poco d’attenzione. Infine una scala con una decina di scalini di sasso, ci porta a q. 475 dove termina il tratto di salita. Si prosegue con comodo e qualche saliscendi arrivando infine a un tornante destrorso con il segnavia del sentiero. Si riprende a salire con un percorso, caratterizzato da tornanti e lunghi traversi, comodo e poco faticoso così ci si può guardare in giro. Giunti a 730 m anche questo tratto di salita ha termine e arriviamo in vista della Paganella. Qui, sulla nostra destra si notano tracce di sentiero che si alzano di un paio di metri arrivando a un punto molto panoramico sulla Val d’Adige, attenzione però non ci sono protezioni solo un punto trigonometrico.
👉Tornati sul sentiero, si prosegue in discesa trovando una vecchia segnaletica e un bivio alla nostra sinistra. Si prosegue in piano per un tratto, infine si scende alla bella Poza dei Pini, dove troviamo il segnavia per il Soprasasso. Con un’ampia curva, lasciamo questa località per riprendere la salita arrivando a confluire nel percorso che sale da Cadine. Ora, percorrendo una antica ma perfetta strada militare, prendiamo quota arrivando, a circa 730 m, al bivio con il sentiero che conduce a una fucileria.
👉Questa postazione è stata restaurata ed è conservata molto bene. Vi consiglio di andarla a visitare al ritorno, infatti, proseguendo con la stradina militare poco dopo troviamo quello che io chiamo il tornante del presepio (nome appropriato perché in un anfratto c’è un piccolo presepio) e salendo fino a q. 775 ecco il 2° bivio con il sentiero che scende alla fucileria. Al ritorno potete scendere fino alla fucileria e, dopo la visita, proseguire sempre in discesa fino a sbucare sulla strada al 1° bivio.
👉Nella fucileria, appena entrati sulla destra, c’è una stanza con un libro per i visitatori (si spera intelligenti e che non scrivano fesserie).
👉Proseguendo il cammino, mentre il panorama si amplia sulla Val d’Adige, arriviamo all’ultimo tornante dopo di cui si giunge nei pressi di uno “stoi” (caverne della guerra 14-18), con tanto di garitta per la sentinella e un ingresso fatto con grosse pietre ben lavorate. Si tratta di roba di lusso riservata ai signori ufficiali ovviamente! Di fronte c’è una tabella illustrativa sulla vegetazione. Ancora in salita si arriva a quota 805, dove finisce la salita e si continua con dei saliscendi in direzione della baita Lucia. Dopo aver avuto una veduta della Paganella eccoci sbucare sul pianoro che ospita un paio di “Stoi”. In uno è stata ricavata la Baita Lucia, mentre quello a fianco è utilizzato come magazzino. Un paio di tavoli con panche invitano a una sosta più o meno lunga prima di riprendere il camino raggiungendo il non lontano Campo trincerato. Qui si trova quel che resta di costruzioni varie, c’è uno “Stoi” che è stato restaurato e da un’idea di come vivevano i soldati, un grande portone di legno da accesso a un paio di postazione in una grande caverna, poi c’è il famoso Pontesel, ora protetto da una robusta ringhiera di cavi metallici, che offre un punto panoramico emozionante. Se avete con voi dei bambini piccoli, non portateli con voi o legateli con un cordino perché la ringhiera serve per gli adulti, ma un bimbo non ha la stessa protezione.
👉Lasciato il Campo, riprendiamo a salire e in breve, dopo un paio di curve, la strada arriva alla “Polsa del Fausto”: qui troviamo la lapide che ricorda il Fausto, una panchina con davanti un prato, infine un bel panorama che dal Canfedìn e la Paganella arriva al Fausiór, le Cime di Vigo, mentre di fronte abbiamo il M. Calisio con dietro il Lagorài. Qui finisce l’avventura del signor Buonaventura che or, gambe in spallla, se ne torna di ritorno.
👉Se non ci siete mai stati il Soprasasso, è un posto da visitare. L’itinerario più usato è quello che sale da Cadine. Il dislivello è minore e si elimina il primo tratto del sent. di S. Vili, dalla Loc. Finisterre al Maso dell’Aria che, francamente è brutto. Peccato perché dal Maso dell’Aria in poi si tratta di una escursione che vale la pena di fare. Fate come credete meglio e buon cammino!".

Dettaglio delle quote:
Finisterre inizio sentiero m 193
Recinzione Maso dell’Aria m 400
Passerella m 445
Fine salita m 475
Tornante segnavia m 515
Tornante edicola m 650
Fine salita m 730
Poza dei Pini m 690
1° Bivio fucileria m 730
Fucileria m 755
2° Bivio fucileria m 775
Fine salita m 805
Quota m 785
Quota m 800
Quota m 795
Quota m 800
Baita Lucia m 790
Campo trincerato m 793
Pontesel PP m 791
La Polsa del Fausto m 805

1 commento:

  1. Una nota interessante, riguardo: "el pontesel", punto panoramico aperto sulla Val d'Adige ... Questo pontesel era stato fatto, a suo tempo, da mio Bisnonno Luigi Francesco Caresia (1866) Tagliapietra di La Vela - Confermatomi, anni fa, pure da mio zio Cesare Endrighi (conosciuto, e stimanto, come appassionato, ed amanate della montagna) discendente, nipote diretto, di Caresia (una delle sue figlie, Luigia, era la madre di Cesare. ..... I miei elogi per il suo Blog e cari saluti !!! MAZ

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