Lo studio Lovegrove ha progettato una futuristica bolla high-tech da usare come "rifugio montano d’alta quota". arkitettura
Sono passati più di due anni, ma del progetto (bislacco? geniale?) s'è persa traccia. Secondo l'autore la capsula è stata disegnata "per cambiare la concezione del riparo alpino, trasformandolo in una esperienza di totale immersione nella natura circostante osservandola e riflettendola" (ma va?). Passato l'effetto-annuncio sembra sparita nel nulla, come in fondo a mio avviso meriterebbe: otto metri di diametro per due sole persone? Come si entra-esce dopo una nevicata abbondante? Ma questa gente conosce il significato delle parole bivacco e rifugio? Però, però... cercando nel web si scopre che qualcuno, in Alta Badia, ha una risposta che ridà senso al tutto, e probabilmente è quella giusta. Il Vip-designer sarebbe stato assoldato da un noto Vip-albergatore di Corvara per aggirare le norme edilizie: essendo prive di fondazioni le bolle consentirebbero infatti di dribblare la licenza edilizia e potrebbero tranquillamente figliare attorno al Vip-ritrovo all'arrivo della cabinovia Piz La Ila.
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