sabato 8 gennaio 2011

Paul Preuss, il diversamente abile

Chi sale dalla conca del Gardeccia e raggiunge l'importante Rifugio Vajolet rimane quasi sopraffatto dalla sua imponenza, dall'andirivieni di gitanti e turisti, dal via vai dei camerieri.
Solo in un secondo momento fa caso ad un piccolo edificio dalle forme aguzze, vicinissimo eppur discosto, appollaiato sullo sperone che cade a picco sulla prateria alpina sottostante. E' un piccolo rifugio privato intitolato all'alpinista austriaco Paul Preuss (1886-1913) un rocciatore dolomitico della belle-époque, ante sesto grado quindi, che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'alpinismo non solo per le sue imprese, ma anche per le sue idee.
Secondo Dino Buzzati  "La sua prima e fondamentale virtù è l'intransigente purezza dello stile. Preuss destò quasi scandalo, provocò una clamorosa polemica e venne definito suicida perchè si batteva strenuamente contro l'uso dei mezzi artificiali. I chiodi non li ammetteva, non dico allo scopo di forzare un passaggio altrimenti insuperabile, ma neppure a titolo di assicurazione. Negava pure l'uso della corda doppia: non si doveva salire una parete se non si era in grado di discendere coi propri soli mezzi per la stessa via".
Ebbene, questo alpinista, che nell'intero corso della sua prodigiosa carriera piantò solo due chiodi e che sembra anticipare le concezioni "mountain by fair means" di Messner, era stato a suo tempo dichiarato inabile dalla commissione militare di leva!

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