Per l'epoca si trattava infatti di un impianto tecnicamente arditissimo, un vero "ascensore", come infatti venne subito definito.
In una foto degli anni Settanta. Sostituì la precedente funivia Zambana-Fai, che risaliva
la Val Manara e che era stato messo fuori gioco dalla disastrosa frana del 1955. |
La stazione a valle si trovava a metà strada fra l'attuale Zambana nuova e Lavis, vicinissima alla riva dell’Adige, a 220 metri di quota.
👉La stazione a monte venne realizzata subito a fianco del Rifugio Cesare Battisti, a 2.080 metri di altezza, proprio sul ciglio della verticale parete a strapiombo sui frutteti della Val d'Adige.
Progettista di questo ardito impianto, che veniva anche chiamato “l’ascensore delle Dolomiti” fu il prof. Ugo Carlevaro, mentre i rilievi geologici vennero eseguiti dal prof. Ardito Desio, esponente di spicco del CAI, e più precisamente della sua ala affarista e fascistizzata.
Una cartolina risalente agli anni Sessanta, che fuorono gli anni d'oro della "direttissima".
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L'aspetto attuale di Cima Paganella, irta di antenne televisive e telefoniche..
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Lunghezza: 3.383 m.
Dislivello: 1.860 m.
Velocità: 8 m/s
Pendenza max: 105%
Diametro delle funi portanti: 48 mm.
Diametro delle funi traenti: 28 mm.
Capienza delle cabine: 40 persone.
Peso delle cabine: 1.350 Kg .
Numero di piloni: 2
Durata del percorso: 8 minuti.
👉La stazione a monte è ancora esistente, riempita di ripetitori e visibile anche da chi percorre l’ autostrada del Brennero.
👉Purtroppo lo storico "Rifugio Cesare Battisti" è chiuso da anni e si trova in uno stato di completo abbandono, ridotto a fare da supporto alle antenne delle televisioni commerciali.
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