venerdì 22 aprile 2011

La vecchia e avveniristica funivia della Paganella

Per l'epoca si trattava infatti di un impianto tecnicamente arditissimo, un vero "ascensore", come infatti venne subito definito.
In una foto degli anni Settanta. Sostituì la precedente funivia Zambana-Fai, che risaliva
la Val Manara e che era stato messo fuori gioco dalla disastrosa frana del 1955.
Venne inaugurata nel maggio del 1956 ed all'epoca era un impianto di assoluta avanguardia.
La stazione a valle si trovava a metà strada fra l'attuale Zambana nuova e Lavis, vicinissima alla riva dell’Adige, a 220 metri di quota.
👉La stazione a monte venne realizzata subito a fianco del Rifugio Cesare Battisti, a 2.080 metri di altezza, proprio sul ciglio della verticale parete a strapiombo sui frutteti della Val d'Adige.
Progettista di questo ardito impianto, che veniva anche chiamato “l’ascensore delle Dolomiti” fu il prof. Ugo Carlevaro, mentre i rilievi geologici vennero eseguiti dal prof. Ardito Desio, esponente di spicco del CAI, e più precisamente della sua ala affarista e fascistizzata.
Una cartolina risalente agli anni Sessanta, che fuorono gli anni d'oro della "direttissima".
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L'aspetto attuale di Cima Paganella, irta di antenne televisive e telefoniche..
Caratteristiche dell’impianto: 
Lunghezza: 3.383 m.
Dislivello: 1.860 m.
Velocità: 8 m/s
Pendenza max: 105%
Diametro delle funi portanti: 48 mm.
Diametro delle funi traenti: 28 mm.
Capienza delle cabine: 40 persone.
Peso delle cabine: 1.350 Kg .
Numero di piloni: 2
Durata del percorso: 8 minuti.
👉La stazione a monte è ancora esistente, riempita di ripetitori e visibile anche da chi percorre l’ autostrada del Brennero.
👉Purtroppo lo storico "Rifugio Cesare Battisti" è chiuso da anni e si trova in uno stato di completo abbandono, ridotto a fare da supporto alle antenne delle televisioni commerciali.

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