Questa grande montagna che precipita sulla Valsugana dall'altopiano di Asiago va affrontata "da dietro", cioè dalla parte veneta.
Panorama dalla vetta di Cima Dodici verso Nord-Est, coi Lagorai e le Pale di San Martino che emergono dalla nuvolaglia. Si vede distintamente il Bivacco Lenzi. |
Cima Dodici vista dal confortevole Bivacco Lenzi. Vedi le altre foto in Google Foto. |
La salita dal versante trentino è quasi proibitiva sia per il dislivello che per la scomodità del sentiero SAT 211 che s'inerpica lungo il Vallon delle Trappole, partendo dalla Valle di Sella, presso Borgo Valsugana, sino alla doppia croce di vetta di questo monte mezzo veneto e mezzo trentino.
Inoltre d'estate il caldo non aiuta.
In attesa di tornarci in un periodo meno afoso, mi rinfresco la memoria con le foto, la relazione ed anche i mugugni di Gigi, che c'è stato da poco e al quale sono debitore.
Il tracciato in Google Earth. |
Ancora questione di minuti e sbuco in un tratto pianeggiante (Busa de la Pesa ) dove l'itinerario abbandona la sterrata prendendo a salire a sinistra (segnavia). Procedendo vedo alla mia destra il bivacco Tre Fontane, sovrastato dal Corno di Campo Bianco, quindi seguendo i saliscendi del sentiero, attraverso i Granari di Galmarara con i suoi mughi (questi mi accompagneranno fino a poche decine di metri dalla vetta di Cima Dodici) e giungo al Bivio Italia, dove ritrovo la sterrata militare (qui battezzata Kaiser Karl Strasse).
Seguo la strada austro-ungarica, perdendo quota e oltrepassando dei ruderi del 14’/18’ (Comando 12ª Brigata di Fanteria austroungarica) e poco dopo giungo a un bivio a 1.985 metri . Qui il sentiero abbandona la sterrata per puntare sicuramente verso la visibile Cima Dodici. Attraversando un terreno dalle caratteristiche carsiche e da intricati mugheti, arrivo al bivio con il sentiero 208 proveniente da Porta Kempel e inizio la ripida, ma non troppo lunga, salita che mi porta a Cima Dodici sfregiata dalla presenza di ben due croci; viva l’abbondanza!
Il panorama è assai vasto, spaziando dallo smog della pianura veneta alle Alpi Venoste, dall’Adamello-Presanella alle Pale di s. Martino con tutto quel che ci sta in mezzo.
Lascio la vetta e scendo rapidamente verso est e il visibile bivacco Ruggero Lenzi alla Busa de le Dodese ricongiungendomi con il sentiero proveniente da Porta Kempel.
Dopo un breve riposo, lascio il bel bivacco e salgo in direzione sud, seguendo dei visibili ometti di sassi e poi un sentiero non segnato. Imbocco una valletta tenendomi a sinistra, mentre a destra un altro sentiero si allontana – ambedue vanno a sbucare sulla Kaiser Karl Strasse. Superato un tratto dove il mio sentiero tende, dispettosamente, a sparire ritrovo una buona traccia e raggiungo senza altri problemi la strada del Kaiser nei pressi del Baito Cuvolin (ridotto ancora peggio del baito del Bivio Italia, con ciò è detto tutto). Proseguo fino alla Busa del Cavallo, dove trovo accampati dei militari stranieri! Continuo la marcia lungo l’imperiale sterrato arrivando al Bivio Italia accolto dalla nebbia che risale la Val Galmarara. Seguo l’itinerario fatto la mattina fino al bivio con il sentiero che porta al bivacco Tre Fontane che raggiungo dopo circa un quarto d’ora.
Mi fermo al bivacco il tempo necessario per rifocillarmi quindi riprendo il cammino e, dopo una breve, ripida discesa su terreno sconnesso ritrovo la strada sterrata (Busa de le Prese) che taglio seguendo un visibile sentiero. Ritornato sulla strada bianca, la seguo tornando al parcheggio presso Malga Galmarara.
Quote, dislivelli e tempi:
Malga Galmarara m 1.614
Bivio Italia m 1.987
Bivio Italia m 1.987
Bivio 835 Kaiser Karl Strasse m 1.985
Cima Dodici m 2.336
Cima Dodici m 2.336
Bivacco Lenzi m 2.100
Baito del Cuvolin m 2.020
Bivacco Tre Fontane m 1.875
Dislivello totale in salita: circa 900 metri.
Dislivello totale in salita: circa 900 metri.
Note a margine di un'uscita poco fortunata:
Volendo passare due giorni in montagna in solitudine, approfitto di due giorni feriali liberi dal lavoro e di una zona poco battuta, purtroppo però niente beata solitudine. Parto da Malga Galmarara di buon mattino, contento del fresco e del silenzio. Non faccio in tempo ad arrivare alla Busa della Pesa che sono assordato dal rumore di un grosso elicottero militare a due rotori che, con i suoi svolazzi, mi accompagnerà, ospite affatto gradito, per buona parte della giornata. Salendo a Cima Dodici incontro degli escursionisti che scendono, mentre altri mi raggiungono sulla Cima; ma quanta gente c’è che non lavora il martedì? Mi butto giù verso il visibile bivacco Lenzi e quando arrivo, trovo un secondo orso come me che mi saluta con un cenno del capo. Una rapida occhiata dentro il bivacco e capisco subito che ha intenzione di pernottare anche lui qui. A questo punto tiro fuori la mia razione di grappa e ne offro all’occasionale compagno, così rompiamo il ghiaccio e chiacchierando scopriamo di essere, per l’appunto, due solitari amanti della montagna. Dopo circa mezz’ora ecco arrivare tre escursionisti veneti, giovani e chiassosi, proprio quello che ci voleva! Parlando con compare Orso avevo chiesto alcune informazioni che ora mi tornano utili, infatti, raccolto la mia roba e salutato l’amico plantigrado, decido di andare a pernottare al piccolo Baito Bordiglion, domani potrei fare una puntata sull’Ortigara e poi tornare a Trento. Dopo poco mi fermo a controllare il terreno e sento un rumore, mi volto ed ecco compare Orso! Mi raggiunge, si ferma e, facendo un gesto in direzione del bivacco Lenzi, sentenzia: “Troppo casino, scendo al bivacco Tre Fontane!”.
Proseguiamo ognuno il suo cammino e dopo non molto, eccomi sulla strada del Kaiser Carlo. Dirigo verso la Busa del Cavallo sperando di trovare la mia tana per la notte e sono superato da due ciclisti scampanellanti che mi sfiorano, credendo di trovarsi su di un circuito da corsa; li mando in malora e proseguo arrivando alla Busa del Cavallo, dove trovo … una decina di militari stranieri (forse olandesi o giù di lì) accampati a bordo strada. O cribbio! Ecco il perché dell’elicottero; esercitazioni militari.
Giunto a questo punto mi faccio due conti, quindi decido di proseguire il cammino, ormai sono incavolato, meno male che siamo fuori stagione, in un giorno lavorativo e a Cima Dodici, se andavo in Dolomiti, trovavo schiere fantozziane di comitive in gita aziendale e tutte le forze Nato! Quando arrivo al Bivio Italia ecco la nebbia; bene ci mancava anche questa, che bello. Arrivo al bivacco Tre Fontane dove trovo l’amico Orso, impegnato nella cottura di una bella costata; quando mi vede, mi chiede che ci faccio lì e, dopo aver sentito la mia risposta un poco nervosetta, ride offrendomi un bicchiere di vino. Tiro fuori i miei viveri e ceniamo insieme, dopodiché lo saluto e torno a Malga Galmarara dove arrivo ormai all’imbrunire. Salgo sulla mia fedele Poderosa (panda 4x4) e torno a Trento maledicendo militari, elicotteri, ciclisti, escursionisti casinisti e chi più ne ha più ne metta!"
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