mercoledì 3 ottobre 2012

Cimon del Latemar

E' la cima più alta del gruppo e per raggiungere i suoi 2.842 metri è bene dividere il percorso in due tappe.
In giallo il percorso che dal Biv. Rigatti scende al Passo Feudo.
Nella sua parte più alta percorre la Ferrata dei Campanili
(che abbandona brevemente per salire alla vetta del Cimon).
Il percorso in Google Earth.
E' quanto ha fatto Gigi pernottando al Bivacco Rigatti presso la Forcella Grande (vedi post precedente) mentre io ero a casa bloccato da una spalla dolorante.
Da quello che ho visto nelle foto è uno di quei posti "che merita" e chissà che non ce ne sia occasione.
Il Cimon ha un aspetto veramente dolomitico, elegante e ardito, che Gigi così descrive:
Due scorci dalla Ferrata dei Campanili, che dal bivacco scende
alla Forcella dei Campanili.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
escursioni_estive
«Si tratta della cima più alta del gruppo del Latemàr, un pulpito con notevole vista panoramica a 360°. La parete sud si presenta con un lungo e detritico versante inclinato tagliato dalla via ferrata dei Campanili e dal sottostante sentiero n° 18 (entrambi portano alla Forcella grande del Latemàr, dove si trova il bivacco Rigatti). La parete nord cade a strapiombo dominando il piccolo e famosissimo Lago di Carezza; una parete nord rimasta inviolata, non tanto per la sua vertiginosa verticalità bensì per l’infima qualità della roccia.

Vista dalla Torre Christomannos la vetta del Cimon appare bene in tutta la sua esposizione, infatti, l’ultimo tratto subito prima della cima è addirittura a sbalzo! È bene ricordarsene una volta lassù e usare prudenza.

La bonaria parete sud, dove si svolge l’itinerario di salita al Cimon, fu percorsa per la prima volta da G. Euringer con la guida G. B. Bernard nel lontano 17 agosto 1885».


Descrizione del percorso:
«Il secondo giorno si è aperto con un mare di nubi ai miei piedi, un camoscio a pochi metri dal bivacco al quale, povera bestia, a momenti piglia un colpo per la mia improvvisa, certamente non affascinante, apparizione e il forte rumore metallico della porta del bivacco.
Al contrario del giorno prima la temperatura era più umana tanto che poi, raggiunta la Forcella dei Campanili, ho potuto togliere giacca vento, maglia e giubbetto di pile. In pratica sono passato dalla fine dell’inverno a quella dell’estate in 24 ore, alla faccia dei cambiamenti climatici!
Dal bivacco sono salito per la via ferrata (che mi ha fatto penare visto il peso dello zaino, il mio personale e la non più verde, anzi ormai grigia, età) lungo i versanti della Torre Christomannos, raggiungendo così il tratto pianeggiante della ferrata che taglia tutto il versante sud del Cimon. Proprio all’inizio di tale traverso visibili tracce e diversi ometti mi hanno guidato fino alla cima senza problemi di sorta.
Ridisceso dalla cima alla ferrata, ho proseguito calando infine alla Forcella dei Campanili, dove ho incontrato i primi escursionisti tedeschi che si apprestavano alla salita.
Da lì al rifugio è stata una tranquilla camminata e il ritorno al Passo Feudo si è svolto in pratica di corsa, nonostante gli acciacchi, così da evitare la compagnia di ciarlieri e lenti turisti in piena digestione.
Raggiunta Predazzo sono salito al vicino ristorante Miola, dove ho bevuto un paio di birre, come sempre accolto fraternamente dalla mia simpaticissima amica Betta, la “parona” del locale. Infine il triste rientro in quel di Trento.»

Ferrata dei Campanili e Cimon del Latemàr – sentiero 516
Dislivello: + 338 m / – 837
Tempi:
Bivacco – Cimon – Forc. dei Campanili    h 3,00
Forc. dei Campanili – Rif. Torre di Pisa    h 1,30
Rif. Torre di Pisa – Passo Feudo              h 1,10
Totale                                                       h 5,30

Nessun commento:

Posta un commento