Cima appartata e poco conosciuta, frequentata per lo più dai locali e che non delude in quanto a panorami.
Le Malghe Stabio, che si incontrano a quota 1.450 appena usciti da bosco.
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L'altopiano del Bleggio che diventa visibile una volta raggiunta la selletta
Spiazzola a quota 1.570 circa.
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Si parte dal Passo Durone, un va-lico secondario che mette in comu-nicazione la conca di Tione con l'altopiano del Bleggio.
Già dai pascoli delle Malghe Stabio c'è un'ottima visuale sulle nevi dell'Adamello-Carè Alto e della Presanella e si sale con ampia vista sulle coltivazioni dell'altopiano del Bleggio cui fanno da sfondo le elevazioni della catena Bondone-Stivo. Dalla cima la vista si apre sulle Alpi di Ledro, sul Gruppo di Brenta e la conca di Tione.
Il percorso è privo di difficoltà e quindi adatto a tutti, ma occorre ricordare che dal passo alla cima (m 1.909) ci sono 900 metri abbondanti di dislivello.
Sia il testo che le foto sono di Gigi.
escursioni_estive
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Dal Bleggio si sale al Passo Durón e, poco prima di raggiungere il valico, a sinistra troviamo il Bar/Ristorante Durón e un piccolo parcheggio siamo a quota 985. Passiamo a fianco del locale pubblico, subito dopo proseguiamo su sterrato, e appena giunti nel bosco troviamo un bivio. A destra la strada sterrata prosegue e la ritroveremo poco prima delle Malghe Stàbio. Noi saliamo a sinistra e, fatti pochi metri, arriviamo a un tornante sinistrorso: da qui diparte una forestale che imbocchiamo, siamo a circa 1.000 metri di quota. Saliti di non molto, troviamo la prima di una serie di tabelle che informano su vari argomenti, in questo caso il tema
sono i massi erratici e le antiche vicende glaciali. Poco dopo ecco un segnavia su di un albero! Evidentemente la sterrata con tornante è opera fatta da poco perché di solito i segnavia SAT sono messi ai bivi, non dopo di questi. Intanto la pendenza del sentiero aumenta e troviamo un tratto dal fondo cementato; da qui possiamo vedere, a sinistra, il Brenta meridionale con il Castel dei Camosci e la C. Finestra. Arrivati a 1.090 metri , la salita s’interrompe per un tratto qui troviamo un paio di strette e ripide piste che si allontanano a sinistra. Si tratta di tracciati aperti per il taglio dei boschi e vietati ai non addetti ai lavori; più sopra uno di questi si riunirà alla nostra sterrata. Poco sopra, a circa 1.110 ecco un altro bivio dove tiriamo dritti ignorando la prosecuzione di desta. La salita ci porta poi a 1.140, dove da sinistra arriva una delle piste trovate più in basso. Si prosegue con brevi tratti di percorso più comodo poi la pendenza si acuisce. Giunti a circa 1.170 troviamo un altro bivio a sinistra con una ripidissima pista per uso forestale, anche in questo caso tiriamo dritti e dopo breve ecco un segnavia, invisibile dal bivio, dal che se ne deduce che anche in questo caso l’apertura della pista è cosa recente. Continuando la salita troviamo una tabella sulla geologia di C. Sèra, poi un breve tratto comodo e quindi di nuovo salita; a sinistra, tra il fogliame e gli arbusti, si scorge il paese di Ragoli. Raggiunta q. 1.250 circa la salita termina, il tracciato prende a dirigere verso sud attraversando un bosco dove i faggi predominano. A 1.310 metri ecco il solito bivio dove proseguiamo a destra per arrivare a 1330 metri dove troviamo una tabella che spiega il panorama sulla “Busa” di Tione e le montagne della Val Rendena; peccato che la folta vegetazione non permetta di avere nessuna vista! Proseguendo, cespugli, arbusti e ramaglie diradano un po’ ed ecco apparire il Carè Alto. Questione di poco, arriviamo a una stanga e sbuchiamo su un tornante di una larga strada forestale (segnavia SAT): siamo sulla sterrata trovata all’inizio della nostra escursione. Continuiamo a salire e in breve raggiungiamo i pascoli delle Malghe Stàbio, un grande portale di legno con cancello degno di un film western ci accoglie. Raggiungendo Malga Stàbio vedremo alla nostra sinistra C. Sèra con la cresta che termina alla bocchetta Spiazzola, è il cammino che ancora ci attende. Prima però una sosta ristoratrice alla malga ci vuole.
Ripreso il cammino e seguendo le indicazioni del segnavia SAT saliamo con una visibile traccia che ci conduce al limitare del bosco; uno sguardo ancora al panorama poi ci addentriamo tra gli alberi. La salita termina dopo non molto, usciamo dal bosco e ci troviamo in un prato, un vero è proprio balcone sul Bleggio e la Val Marcia.
Il sentiero svolta a sinistra, rientra nel bosco e dopo breve prende a salire ripido senza concedere tregua finché, a circa 1.780 metri , si esce dal bosco sull’erbosa cresta sud di C. Sèra … ed è subito panorama! La fatica dell’ascesa è mitigata ora dalla bella visuale, per cui le ultime centinaia di metri di dislivello si affrontano quasi senza fatica. Giunti infine su C. Sèra di fronte a noi ecco il Brenta con C. Finestra e il Castello dei Camosci. Proseguendo con lo sguardo ecco la Paganella , il lontano Lagorài, in basso il Bleggio vigilato dal M. Casale e dal M. Brento; più oltre la catena Bondone – Stivo, a sud la Val Marcia con le numerose cime delle Alpi di Ledro, quindi Tione lo splendido Carè Alto e infine la Presanella. Proprio un bel posto! Poco più in basso un’anticima con il solito simbolo di morte dei cattolici che, almeno in questo caso, serve da supporto per la cassetta del libro vetta.
Tempi:
Passo Durón – Malghe Stàbio h 1.30
Malghe Stàbio – Bocchetta Piazzola h 0,30
Bocchetta Piazzola – C. Sèra h 1,15
Bocchetta Piazzola – C. Sèra h 1,15
C. Sèra – Passo Durón h 2,45
Tempo totale h 6,00
Quote:
Parcheggio m 985
Malga Stàbio m 1.452
Bocchetta Piazzola m 1.572
C. Sèra m 1.909
Difficoltà: T
Difficoltà: T
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