Il lago e Limone del Garda visti dal Passo Rocchetta.
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Andando a Cima Nara: vista sull'alto Garda e la Valle dei Laghi.
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Questo giro ad anello tocca il Monte Guil (m 1.322), la Cima della Nara (m 1.376) e la Cima Bal (m 1.260). Partenza ed arrivo da Pregàsina.
E' una proposta inconsueta, un giro forse troppo lungo per una sgambata di primavera, ma quando sui monti "veri" c'è ancora un sacco di neve a fine maggio, allora l'unica soluzione è spostarsi più a sud. Le propaggini delle Alpi di Ledro possono andare bene, insomma fanno alla bisogna, come dice Gigi, autore sia del testo che delle foto.
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Da Riva del Garda si seguono le
indicazioni per la Val
di Ledro che, con un giro ozioso, ci portano all’imbocco della Valle mediante
una lunga galleria. Al primo bivio, poco dopo la fine del tunnel, svoltiamo a
sinistra e saliamo a Pregàsine, con una strada che diventa stretta e tortuosa.
Appena entrati in paese, dopo una secca curva a sinistra troviamo l’indicazione
per svoltare ancora a sinistra, raggiungendo così un comodo e vicino
parcheggio, proprio sotto la chiesa del paese dedicata a S. Giorgio.
Lasciata l’auto, saliamo alla
chiesa per lasciarla alle spalle e proseguire verso le ultime case di Pregàsine.
Dopo una curva troviamo un bivio: a destra il sent. 422 sale, ripidissimo,
verso la Bocca
di Lè da dove scen-deremo al ritorno, mentre noi con-tinuiamo dritti seguendo il
sentiero 422b.
La strada, ora sterrata, prende
a salire per poi entrare nel bosco. Qui il sentiero abbandona la strada per seguire la vecchia mulattiera per il Passo Rocchetta. Consiglio di proseguire lungo la strada che sale più ripidamente fino a un vicino tornante destrorso che offre un ottimo punto panoramico. La sterrata poi continua con più comodo, nel folto del bosco, correndo parallela all’antico tracciato della mulattiera.
Quando le due vie s’intersecano,
nei pressi di una curva destrorsa, lasciamo la sterrata, che compie un largo
giro, per seguire la mulattiera. Salendo, tralasciamo alcuni sentieri che
dipartano dalla nostra pista, seguiamo rari segnavia e numerosi ometti di sassi,
incontriamo di nuovo la sterrata, che ignoriamo, e continuiamo la salita fino a
sbucare ancora sulla sterrata. Ora seguiamo la sterrata a sinistra, mentre la
mulattiera prosegue dritto verso l’ex Malga Palàer, arrivando così dopo non
molto a Bocca Larici dove si esce dal bosco e già si ha una bella visuale.
Dalla Bocca ci avviamo a sinistra
passando accanto alla vecchia Malga Larici e ai suoi maestosi faggi che la
ombreggiano, per raggiungere subito dopo, in una manciata di minuti, un vero e
proprio balcone panoramico che merita una buona sosta perché regala una
spettacolare vista sul Garda, vi auguro di prendere una bella giornata tersa.
Ridiscesi a Bocca Larici,
riprendiamo la sterrata che dopo dieci minuti ci porta, tra ampi pascoli, alla
bella ex Malga Palàer; ora Casina meritoriamente restaurata dalla sez. di
Pregàsine dell’Associazione Nazionale Alpini. Seguendo il segnavia prendiamo a
salire, entriamo nel bosco fino a raggiungere, con un’ultima impennata il Passo
della Rocchetta o Bocca Nembra ritrovando, proveniente da destra, il segnavia
422. Proprio al Passo, oltre a un ricovero in roccia della guerra ‘14/’18,
troviamo il sentiero 122 che precipita verso Limone del Garda, mentre noi
pieghiamo a destra continuando con comodo con il 422 che, con un ampio e
panoramico giro ci conduce in loc. Prati di Guìl. Qui giunti avremo di fronte a
noi il M. Carone m 1.621 che domina gli ariosi prati di Guìl sottostanti.
Ora giriamo seccamente a destra,
seguendo il sent. 430, dopo breve lasciamo dietro di noi i bucolici prati e,
rientrati tra gli alberi, iniziamo la salita verso il M. Guìl che raggiungeremo
in breve. Continuiamo il cammino in cresta con continui saliscendi e trovando
ruderi bellici, scendiamo e superiamo, quasi senza accorgersi, il cosiddetto
Passo Ghiz (un’insellatura della cresta, ma non certo un passo), finché salendo
lungo ciò che resta di una trincea arriviamo su un breve tratto di piano. Il
sentiero 422 tira dritto mentre per salire a Cima della Nara, occorre
percorrere, a sinistra, un sentiero che un cartello indica di difficoltà EE.
Seguendo quest’ultimo si percorre l’articolata cresta senza eccessive
difficoltà ma con prudenza perché alcuni tratti un po’ ostici richiedono passo
fermo e l’uso delle braccia.
Raggiunta così Cima della Nara si
avrà a destra il Lago di Garda con il M. Baldo e l’Altissimo, davanti a noi la Val dei Laghi con la catena M.
Bondone – M. Stivo, a sx l’intaglio della Val di Ledro con il suo versante SO
dominata da C. Valdes, C. d’Oro e C. Pari; infine dal fondo della Val di Ledro
la neve di questa finta primavera segna ancora pesantemente i rilievi del M. Re
di Castello.
Lasciata C. della Nara, scendiamo
sempre lungo l’accidentata cresta che pretende prudenza, seguendo in brevi
tratti delle tracce più che un sentiero, finché non ritroviamo il sent. 422.
Sempre con bei panorami e continui su e giù raggiungiamo infine Cima Bal o Cima
Nora, da qui la Val
di Ledro fa bella mostra di se mostrando bene anche il suo Lago.
C. Bal si riconosce solo per via
di una piccola croce di ferro. Sotto la croce c’è una scatola contenente un
altrettanto piccolo libretto di vetta. Apporre la propria firma è ormai
impossibile per mancanza di spazio. Ora dobbiamo affrontare il tratto più
faticoso della nostra escursione: la ruvida discesa fino a Pregàsine. Il sent.
422 s’inabissa ripido e sconnesso lungo il versante ovest di C. Bal. Una
discesa che si conclude a circa 1.020 dove, per fortuna, pochi metri di piano
permettono un momento di riposo. Ripreso il cammino, dirigiamo verso l’imbocco della
Val di Ledro, affrontando ancora un sentiero ripido e tortuoso e con un tratto
di risalita. Scendendo troveremo ancora ruderi di guerra, oltre a un paio di
metri di utile cordino metallico che serve a superare un passaggio altrimenti
pericoloso. Infine, toccata q. 810 il sent. 430 termina e procediamo a destra
con il 429. Una breve risalita e quindi eccoci alla Bocca di Lè.
Non so voi, ma il sottoscritto si
è diretto verso il vicino M. Nodice, dove mi sono concesso una lunga pausa
usufruendo di una fantastica panca!
Dalla Bocca da Lè la discesa
continua, ora più umana, finché riprende ad aumentare la pendenza. L’ultimo
tratto è cementato e veramente ripido (roba che anche una Panda 4x4 deve ansimare
e mettere le ridotte) e termina una volta raggiunto il bivio con il sent. 422b
percorso all’andata. Da qui raggiungere Pregàsine è questione di una decina di
minuti di tranquilla passeggiata.
Quote: il dislivello indicato comprende
i numerosi su e giù cui costringe il percorso di Cresta dal M. Guìl alla Bocca
di Lè. Solo in quest’ultimo tratto le rilevazioni altimetriche da me effettuate
sono state trentuno, al lettore ho pensato di risparmiare l’arido e in fin dei
conti inutile elenco.
Pregàsina – Punta Larici h 1,15
P. Larici – Bocca Larici h 0,25
Bocca Larici – Passo della Rocchetta h 1,00
Passo della Rocchetta – Prati di Guìl h 0,20
Prati di Guìl – M. Guìl h 0,15
M. Guìl – Bocca di Chiz h 0.35
M. Guìl – Bocca di Chiz h 0.35
Bocca di Chiz – Cima della Nara h 0,20
C. della Nara – Cima Bal h 0,40
Cima Bal – Bocca di Lè h 1,00
Bocca di Lè – Pregàsina h 0,50
Tempo totale h 6,40
Dislivelli:
Pregàsina m 525
Punta Larici m 907
Bocca Larici m 881
Punto Panoramico m 899
Casina Palàer m 946
Passo Rocchetta m 1.159
Prati di Guìl m 1.240
Monte Guìl m 1.322
Bocca di Chiz m 1.276
Cima della Nara m 1.376
Cima Bal m 1.260
Bocca di Lè m 800
Dislivello totale ± 1.063 metri
Difficoltà: EE
Difficoltà: EE
Quando sono arrivato alla Bocca
di Lè, ma ormai era tardi, ho pensato che è meglio affrontare questo giro in
senso contrario a quello descritto. Ciò permette di superare la parte più
faticosa del giro (Bivio 422/422b – C. della Nara – dislivello + 936 m /– 85 m ) all’inizio e un percorso
più comodo al ritorno, quando ormai la fatica incalza. Problema che non si pone
per un giovane escursionista ben allenato, ma che invece ha la sua importanza
per un “vecio” sessantaquattrenne come me.
buongiorno, sono Flavio, volevo complimentarmi per questa bella descrizione sulle creste di Pregasina..Sono desolato che non abbia pututo firmare il libro di vetta su a Cima di bal.Sono io che ho posato la scatoletta..In effetti ogni anno passano decine e decine di escursionisti. Quest'anno mi sono preso in tempo..era il primo gennaio 2015 alle ore 8.30.ho cambiato il libretto..Sperando in una sua nuova visita la saluto calorosamente.Flavio Moro.
RispondiEliminaannuariosat@hotmail.it.
Grazie Flavio per esserti disturbato a scrivere. Finchè ci sono ilibri di vetta c'è un motivo in più per arrivare fino in cima: leggere quello che ha scritto chi ti ha preceduto...
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