Si trova in Calle delle Rasse, angusto passaggio giusto dietro l'Hotel Danieli e sembra quasi un bàcaro, cichéti compresi.
Assomiglia più a un bàcaro che a una birreria Forst. Alla tradizione del cichèto che accompagna l'ombra de vin si accompagna la mescita delle birre Forst. Bisogna tenere gli occhi aperti perchè l'insegna è minuscola ed è facile passarci davanti senza vederla. |
Più che una birreria, la Forst di Venezia è un vero è proprio bàcaro, una di quelle piccole osterie della tradizione veneziana, ed è infatti nel corso di un "giro di bacari" che l'ho scoperta.
I bàcari erano i vignaioli che venivano a Venezia con un barile di vino per venderlo in piazza assieme a qualche spuntino. Il bicchiere di vino si chiamava ombre perchè i vignaioli si spostavano con l'ombra del campanile per tenere il vino più fresco. Poi diventarono stanziali, piazzandosi in piccoli magazzini che fungevano anche da mescita.
Per un elenco dei principali bacari/trattoria vedi in www.agrodolce.it. C'è anche una mappa completa degli orari di apertura. |
Non erano dei ritrovi di buona nomèa ben visti dalla gente dabbene, tant'è vero che anche oggi quando si vuol definire un bar scadente lo si definisce "bàcaro".
👉La vecchia osteria malandata e generalmente vista male perché considerata un ritrovo per alcolizzati, si è oggi "rinnovata" diventando uno degli elementi caratteristici della città che spesso non offre soltanto
cicheti e ombre più o meno di qualità, ma anche portate complete.
Le pareti sono coperte da fotografie, quadri, immagini o citazioni, come questo omaggio allo storico LP "Welcome to the canteen" dei Traffic. |
👉Oggi i bàcari sono veri e propri ristorantini finto stazzonato, dal look finto grezzo, in realtà curato nei minimi dettagli per dare l'impressione della tradizionale osteria, trappoloni che nascondono prezzi alti e prodotti standardizzati di piatti presentati come tipici veneziani.
👉Col tempo i cicheti stessi si sono fatti sempre più stuzzicanti e invitanti, quasi a sostituire un
pasto che si consuma in compagnia al banco, o seduti ad un tavolo di legno circondati da un clima informale.
Alcuni esempi di cicheti da provare: mezi òvi (mezzo uovo sodo con acciughe sotto sale); folpeti (polipetti bolliti); spiensa (milza); sepoine (seppie bollite); òvi de sepa (uova di seppia); bovoeti (chioccioline di mare); schìe (gamberetti piccolini); castraùre (carciofi della laguna); rumegàl (interiora di vitello); canòce (cicale di mare); masanete o moleche (granchi molli); museto (cotechino); frito de minuagia (fritto di piccoli pesciolini); garusoi (piccole lumache di mare); peoci gratinai (mitili gratinati); nervetti con cipolla.
in calle lunga s.barnaba, sietro cà rezzonico, c'era (dovrebbe esserci ancora...) la trattoria "ai 4 feri". Gestita da una simpatica banda (la betty, la barbarona, davide...), abitavo lì vicino durante la settimana e mi hanno nutrita coccolata riscaldata e consolata per anni!
RispondiEliminaMenù corto, piatti semplici, onesti e leggeri (lo so per certo, sono stata seduta sulla scoazzera in cucina a ciacolar col Davide innumerevoli ore, e a fumar la cicca sul retro :)
Se ti capita di farci un salto, salutameli tanto se sono ancora loro (dalla francesca di Bolzano) e dì a la betty che la speto, bruta marantega!
Missione compiuta, in ritardo ma compiuta. Sono ancora lì tutti e tre e ti salutano.Sono stati contentissimi di sentir parlare di te. Li ho fotografati (scoazzera compresa), dammi tempo di svuotare la scheda e ti mando gli scatti. Ciao!
Elimina:):):):)
Eliminasono quasi commossa. Senza quasi :)
Cavolo, è un incarico che mi prendo molto volentieri. Non passerà molto tempo per la prossima scarpinata. Hai altre dritte?
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