Dalla cima ghiaiosa del Sassongher il panorama è circolare. Qui la vista verso Nord: da sinistra: Sassolungo e Passo Gardena, Col Rotondo e Sass Campaccio, Forcella Ciampei. Più indietro: Col dla Pieres, Odle, cime Puez e il sabbioso altipiano della Gardenaccia. All'estrema destra spunta il Sass da Putia, con le Alpi Aurine (Gran Pilastro/Hochfeiler, Gran Mesule/Grosser Möseler, eccetera) sullo sfondo. |
A Est ci si affaccia sull'alta Val Badia, adagiata ai piedi del largo massiccio del Sasso della Croce, con le vette del Sasso delle Dieci e del Monte Cavallo a sx e il Lavarella e le Conturines sulla destra. Più a destra ancorale dolomiti di Fanes con il Lagazuoi e il Passo Falzarego. Più indietro, all'estrema destra, la Tofana di Rozes.
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Qualche classica estiva bisogna pur concedersela, nonostante luglio e agosto non siano propriamente il periodo più tranquillo.
C'è pieno di gente ossessionata dalla "prestazione" e dall'ansia di consumo che ormai domina nelle Dolomiti Unesco: in canottiera e scarpette basse perchè loro sono "running" la mattina, con la famiglia perchè "amano la montagna a 360 gradi" il pomeriggio, e in ogni caso sempre attenti alla meta, mai al percorso.
Il percorso in Google Earth. |
Ma ci sono anche i no-trendy, alcuni chiedono "secondo lei ci arrivo?" e io mi fermo a
capire che tipi sono cosa cercano e cosa probabilmente sono in grado di fare, non voglio metterli nei guai... proprio non se lo meritano.
In ogni caso il filtro della funivia del Pradat a Colfosco è saltato (è chiusa per lavori) e mi dico che in fondo è meglio così perchè l'impianto si sarebbe mangiato sì e no duecento metri in tutto ma l'avrebbe fatto trascinandosi dietro l'intera turba di urbanoidi vocianti.
E invece i "filtrati" sono per forza i meno molesti, è così che va.
E invece i "filtrati" sono per forza i meno molesti, è così che va.
E allora saliamo tranquilli per i sentieri di una volta (sì, lo so, sono rovinati dalle ruspe degli impiantisti, ma almeno non c'è casino).
Prendiamo quota fin sotto la alla forcella Sassongher, il tempo è buono e le rampe sabbiose del cupolone finale non danno troppo fastidio, i tratti attrezzati sono ottimi. Arriviamo in cima velocemente. Per il ritorno scegliamo una soluzione dimenticata dai più, almeno così ci sarà pace e tranquillità. So già che l'allunghiamo...
Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 1.735 (parcheggio Pradat)
Quota massima raggiunta: m 2.665 (vetta Sassongher)
Dislivello assoluto: m 940
Dislivello cumulativo in salita: m 1.206
Dislivello cumulativo in discesa: m 1.217
Lunghezza con altitudini: km 14,9
Tempo totale netto: ore 5:40 AR
Difficoltà: EE
Descrizione del percorso: dal parcheggio (m 1.735) si prende il sentiero che fiancheggia i piloni e punta all'evidente Forcella di Campaccio (che ci guarda dall'alto a sx). Giunti a quota 2.100 (tabelle) si prende il sentiero che sulla destra svolta in direzione del Sassonghere lo si segue (tratti esposti con ghiaino) fino alla Forcella Sassongher (m 2.435). Il sentiero per la vetta assume tratti alpinistici, è molto ripido e scivoloso per la presenza di ghiaia sottile e sabbia.Un tratto attrezzato con cordino ben posato e teso supera dei risalti rocciosi raggiungendo il panettone terminale che si vince su sentiero a tratti infido per il solito ghiaino fino alla croce di vetta (m 2.665).
Si ritorna alla Forcella Sassongher ma qui si prende il sentiero che scende a destra e lo si segue fino al bivio di quota 2.380 dove si prende ancora a destra sul ramo che scende decisamente a valle. Ha qui inizio la ripida e lunga discesa sul sentiero poco battuto, ripido e a tratti scivoloso, con qualche tratto esposto e attrezzato. Dopo un lungo tratto nel bosco si sbuca infine sulla statale del fondovalle in località Varda (m 1.459). Il ritorno alla macchina avviene in parte su asfalto e in parte su ciclabile. Giunti a Colfosco (m 1.589) si risale attraversando il paese fino al parcheggio (m 1.735).
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