Per l'uomo bianco la storia del pemmican comincia quando viene adottato dai trappers, i commercianti di pellicce canadesi, e prosegue con i grandi esploratori dei poli come Roald Amundsen (primo a raggiungere il polo Sud nel 1912) e Robert Falcon Scott (che invece perse la vita nella stessa corsa verso l’Antartide, sempre nel 1912).
Il pemmican dei nativi, se ben preparato, può conservarsi per decenni. |
👉Utilizzavano le parti magre di daino, bisonte, cervo o alce, in seguito anche di bovini d'allevamento. Le essiccavano al sole e al vento e poi le riducevano in poltiglia e, mescolate con grasso sciolto, le pressavano in gallette, che poi essiccavano. L'aggiunta di piccoli frutti, tipo mirtilli, ciliege e vari tipi di bacche commestibili (saskatoon) garantiva l'apporto vitaminico.
Possiamo davvero pensare di farcelo da soli?
Gli uomini di Scott impegnati nell'apertura delle scatole di pemmican, nella loro capanna-bivacco in Antartide. Già nel 1793 l’esploratore britannico Alexander Mackenzie aveva usato il pemmican per la sua traversata via terra dal Canada al Pacifico. Venne inoltre utilizzato dalle truppe britanniche durante la seconda guerra Anglo-Boera tra il 1899 e il 1902; ogni soldato veniva dotato di 4 once di Pemmican e altre 4 di zucchero e cioccolato da usare in caso di emergenza. |
In rete si trovano anche delle formule per autoprodurre un pemmican casalingo:
- grasso di bue 33 %
- polvere di latte intero 20 %
- pancetta secca affumicata 17 %
- carne di bue liofilizzata 10 r%
- piselli liofilizzati 8 %
- concentrato di pomodoro 5 %
- farina integrale 2 %
- patate disidratate (tipo purea) 2 '%
- lievito di birra 1 %
- pepe nero 1 %
- sale 0,5'%
- semi di cumino 0,5%
- polvere di latte intero 20 %
- pancetta secca affumicata 17 %
- carne di bue liofilizzata 10 r%
- piselli liofilizzati 8 %
- concentrato di pomodoro 5 %
- farina integrale 2 %
- patate disidratate (tipo purea) 2 '%
- lievito di birra 1 %
- pepe nero 1 %
- sale 0,5'%
- semi di cumino 0,5%
👉Questo pemmican può essere consumato crudo, cotto come uno stufato o anche fritto. Diversamente dal più noto pemmican dei pellirossa, il meno noto pemmican degli Innuit, l’akutaq, prevedeva anche l’utilizzo di proteine e grasso provenienti da pesci o mammiferi marini come trichechi e foche, con l’aggiunta di bacche e dei pochi vegetali che la tundra mette a disposizione. Infine, la variante siberiana chiamata tolkusha, invece, prende le sue proteine dal pesce e i grassi dalla foca o dalla renna.
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