C'erano quasi sempre tre "mangiari": il pane (o le granaglie per farselo), il formaggio (di solito pecorino) e il lardo (o la pancetta).
Il pane, il formaggio e la pancetta, tre alimenti senza tempo che ritroviamo nella gastronomia tradizionale delle nostre montagne. E che di solito entrano a far parte dei nostri zaini domenicali (se non tifiamo per le tecnologiche barrette energetiche). |
La padella per le focacce, la borraccia per l'acqua acetata, la pignatta per bollire. Il fabbisogno ener- getico del legionario combattente arrivava alle 6.000 calorie giornaliere, roba da monte Everest. |
In realtà questa logistica dello zaino, i legionari romani l'avevano presa dai pastori transumanti appenninici, loro antenati, che erano abituati a percorrere lunghe distanze, dalla campagna romana fino ai monti dell'Appennino.
👉I pastori erano abituati a mangiare anche mentre camminavano. Un pezzo di pane con una fetta di lardo e una di formaggio si potevano mangiare anche in movimento, si trattava di alimenti freddi, per i quali non serviva accendere i fuochi del bivacco.
👉I pasti del legionario erano arricchiti da diversi altri beni trasportati dalla sussistenza o acquistati in loco: verdura, legumi, frutta, aceto, vino, olio, olive, miele, uova. I pasti in genere erano tre e il più energetico veniva consumato la sera.
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