Per i futuristi la pasta é stata un alimento del diavolo, edonista, passivo e passatista, adatto a popoli debosciati, sovrappeso e poco virili.
Sulla tavola di casa: penne al pomodoro e penne con i piselli. I Futuristi le avrebbero bollate così: "La pastasciutta, per quanto gradita al palato, è una vivanda passatista perchè appesantisce, abbruttisce, illude sulla sua capacità nutritiva, rende scettici, lenti, pessimisti. È d’altra parte patriottico favorire in sostituzione il riso.” (Marinetti, 1930). Nel riquadro sulla destra, una curiosità: lo sperimentale remake casalingo dell'Antipasto Intuitivo, una delle ricetta-simbolo della creatività futurista applicata alla cucina. |
Un modesto piatto di tagliatelle al ragù: forse capace di far schiattare Marinetti? |
Le avanguardie del Futurismo diressero la loro frenetica attenzione anche al mangiare.
👉Il "Manifesto della cucina futurista" risale al 1932 ma era stato preceduto da una sorprendente "lotta alla pastasciutta", da rifiutare in quanto poco virile, poco nazionale e anche poco autarchica e quindi poco guerrafondaia.
👉Erano i deliri di quel tempo malato, i deliri novecenteschi che dapprima accompagnarono D'Annunzio nella sua "Impresa di Fiume" e che subito dopo sostennero Mussolini nella "marcia su Roma".
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