Il "tempo" del cotechino occupa, come minimo sindacale, lo spazio tra il Capodanno e la Befana e poi ancora di più... magari fino a Carnevale?
La scarna tavolata di un capodanno per due ai tempi del Coronavirus (e col gennaio 2022 sono già due capodanni). Il bicchiere di sinistra lo voglio considerare mezzo pieno (o almeno un pochino meglio del capodanno scorso). Cotechino e purè sono una certezza. |
Il purè con le lenticchie e di nuovo il purè, ma con il cotechino. In entrambi i casi é il pu- rè ad arricchire e completare questi due robusti piatti invernali. |
Durante le settimane di dicembre che precedono la fine-mese, quelle dell'Avvento, quando ogni scusa é buona, ed anzi é anche incoraggiata, per fare bisboccia in nome della dolce attesa.
Comunque, il cotechino sembra avere una sua affinità elettiva con il Solstizio d'inverno, quel 21 dicembre che ci rassicura sulla ormai prossima fine dei giorni più corti e con cui inizia la presa di distanza dalle ombre lunghe...
👉Il cotechino nasce come salume povero, situato piuttosto in basso nella gerarchia dei prodotti della macellazione del maiale, il sanguinolento rito dell'inverno contadino che certo non amava gli sprechi. Così, oltre alle carni di minor pregio il cotechino inglobava perfino la cotenna, cioè la ispida pelle del maiale che - un volta spellata - veniva tagliata e macinata fino a renderla in qualche modo edibile, cioé mangiabile.
👉In qualche tempo oscuro, in un medioevo lungo quanto la storia della civilizzazione, ad un certo momento prese piede un detto che muoveva dalla concreta realtà dell'esistenza: "Del maiale non si butta via niente!".
Nessun commento:
Posta un commento