venerdì 1 marzo 2024

La trattoria di Anonimo Veneziano a Dorsoduro

Si chiama "Antica Locanda Montin" e il suo ingresso si affaccia sulla stretta Fondamenta de Borgo, che è fiancheggiata dal Rio de le Romite.
L'ingresso è al civico 1147 ed è abbastanza modesto da sfuggire ai distratti. Il canale prende il nome dal dirimpettaio convento delle Eremite Agostiniane. Conosciuta e frequentata da una multiforme clientela di artisti, intellettuali e politici del Novecento.


Il giardino interno è diventato famoso perché vi è stata girata una scena del film "Anonimo veneziano"  con Florinda Bolkan e Toni Musante ed è indubbio che si tratta di una location piena di fascino.


L'interno col colpo di luce dell'ingresso affacciato sul Rio de le Romite.
Ecco il cortile interno, spazioso e profondo eppur raccolto. Un raffinato dandy de-
cadente quale era Gabriele D'Annunzio non poteva non notarla, ed infatti nel suo
articolo "Un itinerario bacchico" scrive: "Cerca su la Fondamenta dietro l'Acca-
demia il giardino del Montin ornato di pergole..."
.
L'interno è scuro e profondo,  si spinge in avanti facendosi largo nel compatto tessuto edilizio veneziano per sboccare in un altrettanto profondo cortile interno che sa di misterioso ed di intimo, protetto da discreti pergolati che schermano la frenesia cittadina e lo trasformano in un'isola davvero fuori dal tempo, dove si respira un'atmosfera rilassata e silenziosa, molto veneziana.
Ancor oggi la Locanda Montìn rimane fedele al suo nome: non è una semplice trattoria, ma dispone anche di stanze da letto. Proprio come le locande di un tempo.
Il banco-bar posto all'ingresso.
👉La locanda compare anche in quella che sembra essere stata la prima guida enogastronomico europea, quella "Osteria. Guida spirituale delle osterie italiane da Venezia a Capri” scritta dal tedesco Hans Barth, che la enciclopedia Treccani così inquadra: “piacevole causeur, amabilmente epicureo, buongustaio nato a cui era cara ogni buona mensa non meno che ogni ornato e ameno conversare, peregrinò giulivamente per le città e i borghi d'Italia, raccogliendo ricordi e bevendo un sorso a ogni insegna, e, a consumata esperienza, ne trasse un ghiotto libro...". Lo scrittore tedesco dedicò ben due pagine alla Locanda, "L'osteria sbocca in un delizioso giardino con vecchie colonnine, pergolati, giuoco di bocce. Dinnanzi alla luna e al sole splendono le ramerie della cucina governata da Anzola, una rotondità di cuoca inabbraciabile". Gabriele D'Annunzio ne scrisse poi la prefazione alla prima edizione italiana, che uscì nel 1910 (la guida era stata edita in tedesco a Stoccarda nel 1908).

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