Gigi e Paolo mi ricordano che tra la Val Campelle e la Val Malene, quando altre mete sono troppo affollate, ci sono dei bei giri da fare.
La vetta (m 2.471) vista da Forcella Orsera (m 2.306). |
E ci mettono tutto: fotografie, quote, relazione. Utili informazioni pro-futuro, l'ultima volta che sono stato al Rifugio Caldenave era d'inverno, anni fa. Questo giro estivo nel sottogruppo di Cimon Rava è parecchio più lungo, il dislivello è di 1.334 metri, ma diluito in due giorni spaventa meno. La tappa è al rifigo "Claudio e Renzo", più noto come Rif. Caldenave e la meta è Cima Orsera.
Relazione: escursioni_Lagorai
Da Strigno in Valsugana si sale in Val Campelle dove, oltrepassato il rifugio Cruccolo, si trova un’area di parcheggio appena superato il Rio di Caldenàve in località Tedon.
Seguendo i segnavia del sentiero SAT n° 332 si percorre una larga strada bianca che si abbandona dopo non molto, continuando a fianco del Rio Caldenàve che ci terrà compagnia fino al rifugio “Claudio e Renzo” all’ex malga Caldenàve. Il sentiero ritrova la sterrata che si percorre fino al suo termine dove un ponticello (Ponte Campivelo) ci permette di valicare il Rio Caldenàve e quindi prendere a salire decisamente nel bosco con una mulattiera. La salita termina solo una volta raggiunta la bellissima spianata ai piedi del rifugio, percorsa dal Rio Caldenàve che qui corre tranquillo con dei meandri.
Raggiunto il piccolo rifugio, si potrà decidere di pernottare (cosa che consiglio) per affrontare il giorno dopo il resto del lungo itinerario previsto.
Lasciato il rifugio, si scende alle spalle dello stesso, seguendo il sentiero per Forcella Ravetta che si abbandona dopo breve, per calare e attraversare la bella spianata in fondo alla quale inizia la Val Orsèra. Il sentiero 373° attraversata la spianata inizia a inerpicarsi lungo il ripido versante boscoso per poi sbucare, dopo alcuni traversi, in Val Orsèra. Si rimonta la selvaggia valletta tra grossi massi di frana, poi si sale con dei tornanti lungo un’antica frana, sul versante di sinistra, per poi piegare verso destra incontrando le attrezzature (cavo metallico). Sono tre tratti di cordino che aiutano nel superare le ultime difficoltà che ci conducono alla Forcella Orsèra. Qui giunti avremo a destra le Torri di Segura, Cima Brunella e Cima Trento; a sinistra Cima Orsèra, mentre sotto di noi c’è la Val Vendrame che scende verso il profondo intaglio della Val Maléne. Ora seguiamo il sent. 373 (Alta Via del Granito) proveniente dalla vicina Forcella Segura che conduce alla Forcella delle Buse Todesche. Prima acquistiamo quota, passiamo accanto a una grotta di guerra, poi scendiamo e, superato un ponticello di legno, arriviamo a q. 2.130 sotto Cima Orsèra. Da qui possiamo vedere bene il versante di salita alla Cima e troveremo anche degli ometti di sassi, a volte poco visibili, che ci aiuteranno a salire con innumerevoli zig zag con quello che un tempo era un sentiero di guerra. Oggi il tracciato, invisibile dal basso, è ridotto un po’ male e seminascosto dall’erba. É da percorrere con la dovuta cautela, soprattutto in discesa, per via della sua esposizione (una caduta sarebbe in pratica inarrestabile a causa dell’erba che diventa come sapone). Giunti nei pressi della cresta di NNE (postazioni di guerra) la si segue a sinistra pervenendo in breve alla fessurata vetta dove troviamo i resti delle trincee che ricordano i tragici eventi della Prima Guerra Mondiale.
Dalla vetta splendido panorama a 360°, se siete più fortunati del sottoscritto, in particolar modo sulla poderosa Cima d’Asta e il dirimpettaio Lagorài.
Tornati sul sentiero, si prosegue con comodo, costeggiando la Cima delle Buse Todesche, e raggiungendo così la Forcella delle Buse Todesche da dove godremo nuovamente di un bel panorama. Ora occorre scendere in direzione del M. Consèria, con saliscendi tra radi pascoli e piccoli specchi d’acqua, per poi tenerlo a destra e calare in Val d’Inferno passando nei pressi del bel lago alto di Val d’Inferno. Il sentiero ora risale passa accanto ad un piccolo e spartano baito, ottimo ricovero in caso di necessità, poi scende al bivio con il sent. L31 che conduce al bel Lago Nassere. Si continua la veloce discesa, sempre seguendo i segnavia del 360, e dopo non molto, passati accanto al Baito Scangi (altro ricovero simile a quello trovato in precedenza, in più ha in dotazione una piccola stufa) giungiamo al laghetti di Val d’Inferno.
Lasciati i laghi, il sentiero riprende quota per poi iniziare la lunga discesa, a tratti ripida, che si termina poco decine di metri sotto il Rif. Caldenàve.
Ora raggiungere il rifugio per una sosta e una bella birra è questione di una decina di minuti, dopodiché si percorre il sentiero 332, già fatto il giorno prima, per tornare in Val Campelle.
Il rifugio Caldenàve è in fase di ampliamento: all’ingresso è stata costruita un’amplia veranda di legno di larice, mentre nel vicino fabbricato dell’ex stalla saranno ricavate due stanze che amplieranno la disponibilità degli attuali sedici posti letto.
Elio ed Enrica sono i simpatici gestori del rifugio che hanno una loro filosofia di vita, molto rispettosa dell’ambiente, che si riflette nella conduzione del rifugio e nella cucina proposta.
Quote:
Località Tedon m 1.334
Ponte Campivelo m 1.499
Rif. Caldenàve m 1.792
Piana Val Caldenàve m 1.780
Inizio attrezzatura m 2.230
Forcella Orsèra m 2.306
Grotta m 2.320
Ponticello m 2.310
Cima Orsèra m 2.471
Quota m 2.265
Quota m 2.280
Quota m 2.260
Forc. delle Buse Todesche m 2.308
Quota m 2.205
Quota m 2.210
Quota m 2.120
Quota m 2.160
Quota m 1.975
Quota m 1.980
Quota m 1.970
Laghi Val d’Inferno m 1.958
Quota m 1.980
Bivio 332/360 m 1.750Tempi:
Loc. Tedon – Rif. Caldenàve (Claudio e Renzo) h 1,30
Forc. Orsèra – q 2.310 (Versante E di C. Orsèra) h 0,10
q 2.310 – C. Orsèra h 0,40
C. Orsèra – q 2.130 h 0,30
q 2.310 – Forc. delle Buse Todesche h 0,40
Forc. delle Buse Todesche – Bivio 332/360 h 1,35
Bivio 332/360 – Rif. Caldenàve h 0,10
Totale h. 8,30
Ciao! Questi sono grandi foto! È necessario benissimo lì! Non sapevo che è così in alto!
RispondiEliminaOh, grazie per il complimento!
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