Il Trudner Horn-Monte Corno (m 1.781) si trova al confine fra le provincie autonome di Trento e di Bolzano, fra i solchi dell'Adige e dell'Avisio.
Dalla Horn Alm-Malga Corno: vista verso la Val di Fiemme.
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Dà il nome al Parco Naturale omonimo e fa parte delle Alpi d'Avisio ma i monti che lo circondano sono molto più famosi e così finiscono col monopolizzare l'attenzione dei grandi flussi turistici.
Dalla vetta: vista sulla Bassa Atesina e sulla Mendola.
Vedi le altre foto in Google Foto. |
Eppure i suoi rilievi boscosi, per la loro posizione mediana rispetto ai gruppi più noti, offrono panorami vari ed aperti in un contesto montano non impegnativo e adatto a tutti e a tutte le stagioni. Soprattutto le mezze stagioni, direi.
👉Dal parcheggio di Gfrill-Caurìa (m 1.330) alla cima (m 1.781) ci sono 450 metri di dislivello, che diventano 630 circa se si tiene conto dei saliscendi. Sia le foto che il testo sono di Gigi.
Il tracciato in Google Earth. |
Lasciata l’auto, seguiamo la
sterrata non prima di aver scattato qualche bella foto; Gfrill, infatti, sorge
in un’invidiabile posizione panoramica; sullo sfondo una splendida vista sulle
Dolomite di Brenta.
Entrati nel bosco, poco dopo i
segnavia ci fanno prendere a destra una mulattiera che taglia alcuni tratti
della forestale.
Un tempo la mulattiera era lastricata con grossi sassi ora, purtroppo, l’azione dell’acqua e l’incuria dell’uomo hanno collaborato al deterioramento della stessa che solo a tratti mantiene la pavimentazione originaria.
Un tempo la mulattiera era lastricata con grossi sassi ora, purtroppo, l’azione dell’acqua e l’incuria dell’uomo hanno collaborato al deterioramento della stessa che solo a tratti mantiene la pavimentazione originaria.
Si sale, secondo la stagione
potremo trovare a tratti terreno reso scivoloso dallo scorrere di vene d’acqua,
incrociando la sterrata alcune volte fino a q 1.540 circa. Ora si prosegue con
la comoda strada che, dopo poche decine di metri, giunge al bivio con una
forestale che sale alla nostra sinistra; siamo a q. 1,550 e da qui scenderemo
al ritorno.
L’itinerario prosegue, sempre
comodamente, verso est quindi, gradualmente, dirige a nord lungo il versante
della Val di Cembra coperto da boschi rigogliosi. Tra gli alberi possiamo
vedere il M. Bondone, la
Vigolana , quindi spunta il Lagorai.
La forestale conduce poi in un tratto,
dove i lavori di taglio degli alberi hanno creato un varco da cui possiamo
agevolmente osservare, a destra, il M. Ruioch con il M. Fregasoga che domina la Valfloriana ,
continuando il cammino arriveremo a vedere anche le lontane Pale di S. Martino;
un’anticipazione di ciò che potremo osservare una volta giunti a Malga Corno.
Arrivati a q. 1.675 troviamo un
bivio con un’altra sterrata, a sinistra, e subito dopo notiamo tavolo e panca
accanto a una bacheca. Qui possiamo fare una sosta, anche perché siamo al Lago
Bianco, in realtà una torbiera. La bacheca informa il viandante che la torbiera
ospita svariate forme di fauna (Coleottero acquatico) e flora, tra cui piante
carnivore come la drosera, ma non dice che il Lago Bianco si è trasformato in
torbiera per cause naturali bensì a causa di lavori idraulici sotterranei che
hanno interferito con la falda acquifera, insomma un po’ come è successo al più
famoso Lago di Loppio.
Lasciato il lago, calando di poco,
si prosegue il cammino con saliscendi e variazioni di pendenza sempre comoda,
arrivando quindi a un bivio con una sterrata a sinistra: siamo a q. 1.730 e ora,
volendo, si può fare una breve digressione al Lago Nero (segnavia). Basta
seguire la sterrata che in venti minuti porta al piccolo specchio d’acqua. Prima
di arrivare al lago la stradina sbuca in uno spazio aperto, a sinistra si nota
una rozza panca, di fronte a noi un dosso cosparso di grosso radici d’alberi
(zocche in trentino) sono quanto rimane degli alberi tagliati. Invece di
continuare con la strada conviene salire sul quel piccolo dosso da dove potremo
vedere bene il piccolo Lago Nero, anch’esso stretto ormai dalla flora lacustre
che ne riduce sempre più lo specchio d’acqua. Continuando con la sterrata
invece, si sale fino a una caratteristica bacheca triangolare di legno. Da qui
parte un sentierino che, in breve, scende sulle sponde del Lago. In questo caso
attenzione perché il terreno è paludoso.
Tornati al bivio la forestale,
uscendo dal bosco, scende in una manciata di minuti a Malga Corno. Ci aspetta
un panorama a dir poco mozzafiato da sinistra a destra si va dai M. Sarentini
al Lagorài passando da cime come lo Sciliar, il Corno Bianco, la Roda di Vaèl, il Corno Nero, la Val di Fiemme presa d’infilata
con lo sfondo delle Pale di S. Martino. È d’obbligo una lunga sosta, magari
bevendo una bella birra!
Ripreso il cammino, passiamo alle
spalle della malga, dove c’è un piccolo laghetto contornato da una staccionata
e arriviamo al bivio con il sentiero n° 9 che scende a Gschnon/Casignano. Se si
vuole salire al M. Corno, si tira dritto seguendo la sterrata che, rientrata
nel bosco, sale costeggiando la cima. Poco prima del termine della stradina
troviamo un segnavia su di un albero che indica un sentierino a destra che in
pochi minuti di salita porta sul M. Corno a 1.781 metri . Purtroppo
la cima è imbruttita da una grande croce e un traliccio irto di antenne: Il
Panorama è meno vasto di quello che si può ammirare da Malga Corno e comunque è
lo stesso che ci accompagna nel ritorno quindi fate un po' voi.
Tornati al bivio con il sent. 9
lo si segue, salendo pochi metri, per poi abbandonare i pascoli e scendere nel
bosco fino a sbucare su l’ennesima strada sterrata che seguiamo avviandoci a
sinistra. Abbiamo superato lo spartiacque lasciando il versante della Val di
Cembra, il rientro a Gfrill si svolge ora sul versante atesino di NO.
Dopo non molto, lasciamo sulla
destra il segnavia n 9 e con esso il sentiero che scende a Gschnon, per
continuare sulla sterrata. Lungo il cammino troveremo nell’ordine: una
forestale che confluisce in quella da noi percorsa salendo a destra; il bivio
con un sentiero a sinistra, non molto visibile in verità, che conduce al Lago
Nero (c’è un segnavia su di un albero); Il bivio con la forestale che va al
Lago Bianco caratterizzato da un crocifisso, un tavolo con panca e un pennone
con la bandiera rosso/bianca del Tirolo; dopo un tratto di salita, sempre
comoda, ancora un bivio con una sterrata a sinistra; infine scendendo arriviamo
all’ultimo bivio a q. 1.550 trovato all’inizio dell’escursione. Qui giunti non
resta che tornare a Gfrill per bere una birra nell’unico bar del paesino con
vista sul Brenta.
Durante il percorso di rientro avremo
la possibilità di vedere: la Val
dell’Adige con Bolzano e il Lago di Caldaro, i Monti Sarentini e le Alpi
Venoste, il Gruppo dell’Ortles – Cevedale, l’Adamello – Presanella e il Brenta.
Tutto ciò, naturalmente, se Giove pluvio è vostro alleato o quel giorno è
andato in ferie alle Maldive. Non è stato il mio caso!"
Tempi:
Gfrill – Bivio q. 1.730 h 1,55
Bivio q. 1.730 – Lago Nero h 0,20
Lago Nero – Bivio q. 1.730 h 0,20
Bivio q. 1.730 – Malga Corno h 0,05
Malga Corno – M. Corno h 0,20
M. Corno – Bivio sent. 9 h 0,15
Bivio sent. 9 – Gfrill h 2,35
Tempo totale h 5,50
Quote e didlivello:
Gfrill m 1.328
Bivio forestale ritorno m 1.550
Pressi Lago Bianco m 1.675
Lago Bianco m 1.671
Bivio Lago Nero m 1.730
Pressi Lago Nero m 1.725
Lago Nero m 1.717
Malga Corno m 1.710
Bivio sent. 9 m 1.715
M. Corno m 1.781
Bivio Lago Nero m 1.725
Bivo Lago Bianco m 1.700
Dislivello totale ± 633 metri
Difficoltà: T
Difficoltà: T
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