E' un bivacco anomalo, piacevolmente diverso dagli altri e profondamente rintanato in una stretta valletta secondaria che dalla Val di Sole s'incunea nel massiccio della Presanella: la Valpiana.
E' forse la migliore definizione per questa bella e forse unica nuova realizzazione destinata ai Bergwagabunden, razza ibrida di girovaghi urbani e cacciatori di paese, persone che dovrebbero imparare ad apprezzarsi più di quanto oggi non sia e che farebbero bene ad allearsi anziché a polemizzare. Queste propaggini secondarie della Presanella sono dei posti da lupi un tempo frequentati dai malgari, che ci portavano le manzette, le leggere "ragazze" che non rischiavano di schiantarsi al primo tornante come le più mature e pesanti vacche da latte. Il Blog di Umberto è in grado di dirci qualcosa di più su questo mondo scomparso che però continua ad esserci... |
I versanti ravvicinati e scoscesi della Valpiana limitano il panorama ad una fettina del gruppo Vegaia-Tremenesca. In basso la Valpiana, con la stradina che da Ossana sale ai parcheggi e poi, chiusa al traffico, fino a Malga Valpiana.
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Un'altro nuovo bivacco? Ancora da inaugurare? Subito dopo quello in Val Calamento? Messo sull'avviso dal post di Umberto parto con Gigi, andiamo anche se sappiamo che troveremo un posto molto freddo perchè la Valpiana è "a rovescio"; infatti procediamo sempre all'ombra, in un paesaggio reso livido dal freddo, lungo un sentiero indurito dal gelo che fiancheggia un torrente immobilizzato dal ghiaccio. E' un paesaggio nordico, bluastro e brinato, con poca luce ma decisa-
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mente affascinante.
Il bivacco è situato in un ambiente severo e decisamente alpino che le brevi giornate di questo dicembre siccitoso sottolineano con forza.
Sorge dalle robuste mura che furono dello "Stalon de Bon" (la stalla risalente a un’ottantina di anni fa, da tempo dismessa e caduta in rovina, che in tempi ormai lontani ospitava il bestiame "asciutto" all’alpeggio tra "Bon" e "Venezia").
Oggi le sue mura diroccate circondano il nuovo bivacco, assieme al suo andito robusto e
bello fatto in travi di larice, alla fontana, al tavolone rustico con grandi panche, all'angolo barbeque e forse qualcos'altro ancora, che ho sicuramente dimenticato.
Quota di partenza/arrivo: m
Quota massima raggiunta: m 1.850 (bivacco)
Dislivello assoluto: m 634
Dislivello cumulativo in salita: m 730
Dislivello cumulativo in discesa: m 720
Lunghezza con altitudini: km 11,0
Tempo totale netto: ore 4:30
Difficoltà: E
Descrizione del percorso: dal parcheggio (m 1.216) si infila la forestale che punta la testata di valle e che è anche il sentiero SAT 216. Si lascia la forestale all'evidente bivio (m 1.235) da dove essa sale verso destra; noi proseguiamo diritti. Il sentiero 216 si inoltra nel bosco sempre ben evidente e senza possibilità di errore sino alla località Anziana (m 1.600 circa, tabella) e alle successiva croce in ferro. Sempre nel bosco si raggiunge infine la testata della Valpiana dove il sentiero spiana e traversa il torrente (tabella indicante l'ex-baito di Bon). Qui si lascia sullasinistrail sentiero SAT 217 mantenendosi sul SAT 216 che s'inerpica verso destra entrando nella vallecola Val di Bon. Superato un ripido salto boscoso il bivacco compare all'improvviso, in località impervia a quota 1.848.
Come arrivare: si lascia la A22 a San Michele all'Adige proseguendo per Cles, Malè, e Passo del Tonale. Giunti ad Ossana si entra in paese cercando l'indicazione per Valpiana, che si raggiunge su stradina asfaltatata (ampi parcheggi).
Bravo! Ci vuole coraggio per salire al "bait" in pieno dicembre, senza il sole e con il gelo! Proveniendo poi dalla Valsugana... Io lo feci molti anni fa, avevo trentanni o poco più, il giorno di capodanno con la neve e 15-20 gradi sotto lo zero. Molto bello, come sempre il tuo post. Spero non ti dispiaccia se lo condivido, soprattutto con i "solandri"... Ancora complimenti e un saluto da Umberto.
RispondiEliminaDispiacermi? E perchè mai, anzi! Comunque il freddo, se non c'è vento, si combatte facilmente con guanti, berretto e uno strato di vestiti in più. OK, aspetto qualche altra imbeccata, in qualsiasi stagione! Ciao e complimenti per le foto e i disegni.
RispondiEliminagrazie mille per la dritta, appena ho letto l'articolo ho voluto andare a farci un giro! sono salito il 12-13 marzo in notturna ed il bivacco era sommerso, c'era almeno 1 metro e mezzo di neve! ho usato la tua traccia gpx sennò sarei tornato indietro! bivacco stupendo e tenuto benissimo! complimenti per l'articolo!
RispondiEliminaSe hai dormito li mi fai un'invidia marcia!
RispondiEliminacertamente, non potevo perdermi un'occasione del genere! complimenti ancora per il blog, sempre pieno di ottimi consigli e mete stupende!
RispondiEliminaMa se volessi fare un ipotetico giro ad anello, esiste un sentiero che dal bivacco Stalon de Bon porta al Lago di Barco? Grazie!
RispondiEliminaWilliam
Sì, passando dal Lago Venezia e poi (tramite il Passo del Montanel) dal Lach de Laste. Ma dal Lago di Barco per chiudereil cerchio il pezzo è molto lungo: bisogna aggirare il Monte Dossoe scendere a Malga Valpiana e poi da lì risalire al bivacco: secondo me non nevale la pena...
EliminaPotrei lasciare l'auto a Malga Valpiana il giorno prima..Ma questo sentiero che passa attraverso il Passo del Montanel com'è? Ha passaggi impegnativi (intendo dire pericolosi)?
EliminaGrazie!
Purtroppo non te lo so dire, perchè da lì non sono mai passato. Io andrei al Lago Venezia e salirei verso il passo: ci fossero difficoltàeccessive si è ancora ampiamente in tempo per tornare al bivacco e rientrare alla macchina.
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