Alla proibitiva quota di 2.335 metri sul livello del mare, dal sito di Monteneve si estraevano minerali d'argento, piombo e zinco.
👉Il bacino di estrazione del Monteneve in Alto Adige si trova a una altezza di 2000 fino a 2500 m nella montagna che divide la Val Ridanna dalla Val Passiria. L’epoca esatta dell’inizio delle attività estrattorie si perde negli albori della storia, certa è la prima menzione scritta (“Argentum Bonum De Sneberch”) risalente all’anno 1237.
I locali dello Schneeberg Hütte/Rifugio Monteneve, nella Passeiertal/Val Passiria, sono ricavati dai dormitori dei Knappen (minatori) delle antiche miniere di stagno, rame e zinco. Il rifugio offre anche lo Ziegenbockbraten, l'arrosto di capra. |
Il centro dell'impianto di estrazione di Monteneve si trovava a 2.354 metri sul livello del mare. L’insediamento minerario di San Martino, oggi fulcro dell’area del museo di Monteneve, per quasi 500 anni ha ospitato i minatori che per tutto l’anno, in condizioni meteorologiche estreme e a temperature fino a -30°C, scavavano alla ricerca di piombo, argento e soprattutto blenda.
👉L’argento estratto probabilmente fu usato dai Conti del Tirolo per la coniatura delle monete. Il momento di maggior splendore venne raggiunto intorno al 1500 con l’impiego di 1000 minatori in circa 70 gallerie intenti all’estrazione di argento e galena. Diverse famiglie di commercianti tirolesi ed in primo luogo i Fugger di Ausburgo entrarono in possesso, con l’attività di estrazione, di un enorme ricchezza.
Anche la vicina cittadina di Vipiteno raggiunse in quel tempo l’apice delle attività commerciali e culturali. Testimonianza e ricordo di quei tempi è anche la cappella dei minatori di S. Maddalena in Ridanna, un vero capolavoro del tardo gotico. Dal 1871 in poi si iniziò l’estrazione dello zinco, presente in grande quantità.
👉Il paesino S. Martino sul Monteneve ebbe in quel periodo il momento di maggior espansione, con tanto di scuola ed associazione varie. Le estreme condizioni clumatiche del vivere a quella quota associato al durissimo lavoro nella montagna, richiesero un notevole contributo di vite umane.
👉Da quel giorno i minatori vissero a Masseria, dove dal 1871 si trovava anche l’impianto d’arricchimento del minerale. da lì vennero trasportati con una funivia attraverso la Valle di Lazzago fino alla “Poschhaus” per poi raggiungere il loro posto di lavoro con un trenino attraverso i 3,5 km della galleria “Poschhaus”. Solo nel dicembre del 1979 la scarsa resa della miniera Monteneve spinse i proprietari, dopo 800 lunghi anni di storia mineraria a chiudere la miniera.
👉Il trasporto del minerale era da sempre uno dei problemi principali per la miniera. Per centinaia di anni il minerale venne trasportato, chiuso in grandi sacchi, e someggiato con i cavalli verso valle. Da lì il trasporto venne proseguito con carri trainati da cavalli o buoi. (testo di Cornelio Galas)
👉La mattina del 16 giugno 1967 a San Martino, il fuoco distrusse lo spogliatoio dei minatori situato più in alto, radendo al suolo la cucina, la sala da pranzo e la stanza del compressore, a esclusione dei muri in pietra. Le circostanze precise dell’incendio non sono mai state chiarite. il catastrofico rogo nel giugno del 1967 distrusse completamente il paese, segnandone la fine. Nel 1985 la più alta miniera d’Europa venne chiusa, ma la sua storia continua a vivere.
Cosa si estreva: l'impianto minerario di Schneeberg/Monteneve era costituito da due siti distinti, uno (il villaggio di Monteneve) raggiungibile dalla Val Passiria, l'altro raggiungibile dalla Val Ridanna, ossia da Vipiteno. I due siti erano collegati attraverso la Forcella di Monteneve, a quota 2.650 s.l.m. Alla base delle miniere di Schneeberg c'era l'estrazione dell'argento. Questo è stato seguito dall'estrazione di minerali di piombo con argento, minerali di rame e minerali di zinco. Fino al 1960, i minatori avevano un sostegno attivo dai muli dei pozzi, che erano usati per trasportare e tirare. La prima menzione documentaria sull'argento di Schneeberger come mezzo di scambio risale all'anno 1237. Tuttavia, ci sono grotte nella montagna, che sono un'indicazione che ha funzionato già in epoca preistorica a Schneeberg. La posizione del ghiacciaio di Ötzi è a soli 25 km in linea d'aria da Schneeberg. Trasportava rame lavorato. Il remoto insediamento minerario di San Martino si sviluppò in una fiorente comunità di villaggio con circa 1000 minatori, soprattutto nel XV secolo. Alcune famiglie borghesi avevano quote nei tunnel e anche i Fugger entrarono nelle miniere di Schneeberg. Nel 1798 l'attività mineraria fu interrotta. Nel 19° secolo fu riaperta per la rimozione della blenda di zinco. Durante gli anni '30, l'operazione si fermò a causa della crisi economica. Durante la seconda guerra mondiale ci fu una grande carenza di lavoratori, nonostante l'esenzione dei minatori dal servizio militare. Nel 1967, gli ultimi abitanti lasciarono l'insediamento permanente sulla montagna. 1985 seguì la chiusura della miniera. Nel 1990 iniziò la costruzione del museo minerario, inaugurato nel 1993. Durante la seconda guerra mondiale ci fu una grande carenza di lavoratori, nonostante l'esenzione dei minatori dal servizio militare. Nel 1967, gli ultimi abitanti lasciarono l'insediamento permanente sulla montagna. 1985 seguì la chiusura della miniera. Nel 1990 iniziò la costruzione del museo minerario, inaugurato nel 1993. Durante la seconda guerra mondiale ci fu una grande carenza di lavoratori, nonostante l'esenzione dei minatori dal servizio militare. Nel 1967, gli ultimi abitanti lasciarono l'insediamento permanente sulla montagna. Nel 1985 seguì la chiusura definitiva della miniera. Nel 1990 iniziò la costruzione del museo minerario, inaugurato nel 1993.
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