Nelle valli del cuneese, quelle da dove partì il "vento del Nord" della resistenza antifascista, si brindava con questo liquore occitano.
Il pastìs che si beveva a Marsiglia rimbalzò in Italia con i lavoratori stagionali e si insediò nelle valli di montagna del Piemonte, quelle della rivolta armata contro il fascismo e il nazismo, nelle valli che iniziano dalle Langhe del "Partigiano Johnny" ed di comandanti partigiani come Nuto Revelli, Giorgio Bocca, Italo Pietra. Erano anche valli delle saghe letterarie come "Il partigiano Johnny". |
Quando le autorità francesi vietarono l'assenzio, fu il momento del pastìs, la bevanda dal grado alcolico ridotto (prima 16°, poi i 30° ma infine i 45°) che deve la sua fortuna a Jules-Félix Pernod, che depose il marchio Anis Pernod nel 1918, e a Paul Ricard, che nel 1932 usò per la prima volta l’a- nice stellato oltre a quello verde e anche alla liquirizia. |
👉Il pastis è un liquore all’anice, come ce ne sono tanti in Italia e in tutto il Mediterraneo. La particolarità è dovuta alla miscela di due tipi di anice, quello verde e quello stellato, e all’aggiunta di altre erbe aromatiche, tra cui liquirizia, salvia, rosmarino e timo. Ha una gradazione alcolica intorno ai 45%, e lo si beve allungato con acqua fredda in piccoli bicchierini: in proporzione una parte di liquore e cinque o sette di acqua.
👉La fortuna del pastis é legata al declino dell’assenzio, la "fata verde" che fino al 1915 aveva ispirato poeti e pittori, ma che aveva anche creato grandi allarmi sociali per il suo tasso alcolico (sui 70°) e per la presenza del tujone,
tanto da essere messo fuori legge sia in Francia che in Italia.
In ogni caso anche l'artemisia-assenzio rimane ben radicata tra le genti alpine, soprattutto quelle occidentali: basti citare il popolare liquore Genepì della Val d'Aosta (qui sopra). |
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