Dopo Pergine ma prima di Borgo, in quel tratto di Valsugana stretto fra i Lagorai a nord e l'Armentera a sud, c'erano due specchi d'acqua.
Il Lago dei Masi e il Lago Morto nella cartografia di Peter Anich del 1774, meglio nota come Atlas Tyrolensis. |
Operaie alla torbiera di Novaledo. |
Tra gli abitati di Marter e di Roncegno, dove ora troviamo la località “Lagomorto” si estendeva con i suoi 25 acri (una dozzina di ettari) l’omonima palude, che nel nome portava il suo "programma".
👉A poca distanza c'era anche un corpo lacustre denominato “Lago dei Masi”, ben 15 ettari, situato nel territorio dell’attuale comune di Novaledo (masaroi è difatti il soprannome degli abitanti del luogo).
I due acquitrini di Marter sono stati a lungo focolaio di diverse malattie: le zanzare, portatrici della malaria, vivevano e prosperavano tra le sue
sponde.
sponde.
Il "Lago dei Masi" venne poi prosciugato nel 1818, nel corso di una massiccia campagna di bonifiche palustri che interessò l’intero ambito territoriale valsuganotto.
👉Ma le bonifiche in valle non finiscono qui: negli anni Trenta il regime fascista incanalò il fiume Brenta tramite la costruzione di argini in muratura. Ciò permise, nei terreni bonificati, la scoperta di un vero e proprio giacimento di torba, sostanza infiammabile che all'epoca costituiva ancora un valido sostituto del sempre più scarseggiante carbone, specialmente negli anni della seconda guerra mondiale.
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