giovedì 7 settembre 2023

Il ristorante Albergo al Ghertele (ex Gärtele) nella Val d'Assa, sull'altopiano di Asiago

La sua é una posizione strategica, sulla strada che da Roana porta al Passo Vezzena. Tirato su a bordo strada per intercettare i viaggiatori, gli stranieri, i militari e gli stagionali del va-e-vieni con l'Austria.
La facciata del Ghertele, in un pomeriggio estivo. Il nome viene dalla trasposizione italiana del diminutivo tedesco Gärtele (orticello).
Peccato che sia aperto solo nei fine settimana. Il Ghertele é un locale storico che
nel suo aspetto attuale risale al 1958, quando riaprì come albergo e ristorante. In
precedenza aveva svolto servizio di osteria. Durante la WW1 era stata invece tra-
sformata in ospedale militare austriaco.
E' il vecchio Gärtele (diminutivo di Garten, giardino) ed oggi ci sembra un posto fuori dal tempo, é gestito a livello familiare e con semplicità; la sala é piccola, raccolta, con pochi posti e l'atmosfera é quella dei paesi di montagna.
L'arredo rustico non é "studiato" ma solo vissuto. Del riscaldamento si occupano la stufa a legna in ghisa e ceramica e il caminetto.
La cucina é quella tradizionale: primi al sugo di capriolo o funghi, canederli, griglia-
te di carne e 
luganeghe, secondi di capriolo e cervo, formaggio alla piastra e taglieri
di salumi con formaggi di malga dell'altopiano, patate al fornopolenta, cotechino,
verdure cotte, dolci preparati in casa. Come nel corso della WW1, probabilmente.
👉Nel 1905 così scriveva un viaggiatore inglese che arrivava dal Trentino: "Comunque sia, avevo appena attraversato la frontiera con l'Italia, ed ero entrato nella cupa Val d'Assa,  che mi sono imbattuto in un nome inconfondibilmente tedesco, una locanda chiamata Ghertele. Non solo era tedesco, ma in particolare Schwäbisch (*); per dire Gärtele un "piccolo giardino", come sa ogni contadino in Würtemberg Baden o nella Svizzera tedesca.
E difatti, la moglie del locandiere era a zappare in un campo di patate, ed era il solo terreno coltivato per chilometri in ogni direzione.
Inoltre, come mi sono seduto per un pò nella locanda, la gente di casa mi parlò in un dialetto chiamato Cimbro,
Questo dettaglio di una cartolina del 1950 fa capire perchè l'osteria si chiama Gher-
tele (dal diminutivo tedesco Gärtele, orticello).

ma che certamente conteneva una grande quantità di Schwäbisch."
(William Denison McCrackan, "The Fair Land Tyrol") - (*) Lo Schwäbisch è un dialetto Alemanno della famiglia Hochdeutsch, la parlata sveva che prende il nome dalle "terre alte tedesche".

Ai tempi della Prima Guerra Mondiale (WW1).
Tra l'Adige e il Brenta si trovano a fronteggiarsi uno schieramento di quasi un milione di uomini, 400.000 austriaci e 600.000 italiani
👉All'alba del 24 maggio 1915, un colpo di cannone sparato dal soprastante forte Verena segna lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il 15 agosto 1915 venne decisa un'offensiva italiana verso la piana del Vezzena, che costerà perdite umane molto gravi ai reggimenti delle brigate Ivrea e Treviso, e dal battaglione alpini Val Brenta.
👉Il 15 maggio del 1916 inizia la Strafexpedition, la "Spedizione punitiva" che gli austriaci scatenano contro l'Italia. Così il Ghertele si troverà ad ospitare i comandi austriaci nella primavera del 1917, e nella zona del Baitle (Val d'Assa) il comando dell'intero 3° Corpo d'armata Austriaco.
In zona verrà costruita una segheria per l'enorme richiesta di legname per la costruzione dei baraccamenti, un ospedale e un annesso cimitero di guerra.
Per tutta la durata del conflitto la zona del Ghertele ospiterà migliaia e migliaia di soldati provenienti da ogni zona dell'impero Austro-Ungarico, che passavano qualche giorno nelle retrovie, nelle baracche, tra un attacco ed un'altro.
Alla fine della guerra, i profughi tornati sull'Altopiano, hanno trovato tutto distrutto, le montagne scenario degli aspri combattimenti erano diventate la culla dove riposano le povere spoglie di giovani soldati, le retrovie abbandonate assomigliavano ad immense discariche.
Le prime abitazioni sono state costruite con il legname dei baraccamenti di guerra, riutilizzato debitamente, visto che i 3 anni di guerra hanno quasi completamente distrutto anche i boschi, oltre che i paesi.
A Roana, verrà costruita una prima chiesetta nel 1920 circa, smontata debitamente dalla località di Campo Gallina, dove era stata costruita da un gruppo di soldati ungheresi durante il conflitto, e rimontata nella piazza del paese.

La sua storia del secondo dopoguerra (WW2).
"Era il lontano 1 maggio del 1958, quando Vellar Enzo e Zovi Edda per la prima volta aprono le porte dell'Albergo al Ghertele.
Dopo la dura ritirata di Russia e un anno di campo di prigionia, dopo diversi anni da recuperante e lavoro come operaio, Enzo decide di gestire il Ghertele.
Quelle zone le conoscevano bene entrambi, scandagliate con i primi cerca-mine americani arrivati sull'Altopiano, ci venivano per raccogliere il ferro e poi rivenderlo, una volta a settimana, al camioncino che arrivava e portava il prezioso materiale in pianura, alle fonderie che lo riutilizzavano.
Erano altri tempi allora, l'inverno si andava in paese di tanto in tanto, con il cavallo e la slitta. Allora gli inverni, a detta di chi li ha vissuti, erano rigidi e interminabili, e le primavere scandite dal rumore del ruscello che corre nel fondovalle.
Oggi sono cambiate molte cose, ma Onorio e Lorella aiutati dai figli gestiscono il locale con la stessa cura che veniva riposta allora dai genitori." (dal sito web del ristorante)

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