mercoledì 22 gennaio 2014

Sul Corno Battisti (ciaspolando dentro la storia)

Cittadino austriaco, disertore e traditore dell'Imperatore per gli austriaci, eroe irredentista per gli italiani. Fu "divisivo" da vivo e lo divenne ancor più da morto.
Il gruppo del Pasubio visto dalla sommità del Corno. Nelle immediate vicinanze  Cesare Battisti fu catturato nel luglio del 1916.
Dal Corno Battisti verso occidente. La Val d'Adige rimane coperta dalla dorsale
del Pazul e sullo sfondo è visibile il tratto di fronte fra il Carè Alto e la Presanel-
la con davanti la lunga costiera che va dal Cornetto del Bondone al Monte Sivo.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
A guerra finita il fascismo trionfante se ne appropriò intestandogli il mausoleo del Doss Trento, con grave imbarazzo dei socialisti e sincera incazzatura della famiglia.
E più avanti, quando al ventennio fascista seguì il cinquantennio democristiano, Battisti divenne un eroe "senza aggettivi", asettico, spendibile sia a destra (nazio-nalitario) che a sinistra (progressista).
Scarica la traccia GPS da Every Trail.
👉L'uomo era figlio della buona borghesia del Trentino asburgico e di sentimenti irredentisti, cioè filo-italiani. Inoltre e soprattutto era una testa calda socialista, laica, progressista, anticapitalista.
Come le due cose potessero andare d'accordo resta per me un mistero, roba da diavolo e acqua santa.
Studiò a Firenze e fu da subito dirigente del partito socialista, quando socialismo significava ancora rivo-luzione sociale, progressismo e idealità umanista.
Nell'austriaco Trentino/Welschtirol
emerse rapidamente come dirigente politico e qualificato esponente della minoranza italiana, sempre in aspra polemica col proto-democristiano
Alcide Degasperi.
👉La Grande Guerra colse questo anomalo militante socialista nell'imbarazzante veste di interventista (proprio come il suo ex-collaboratore Mussolini, che all'epoca si professava ancora socialista come lui).
Allo scoppio della WW1 la coerenza personale portò Battisti a farsi disertore austriaco per arruolarsi volontario nell'esercito italiano, cosa che alla fine gli valse la vita.
Valente geografo, egli conosceva strabene il terreno su cui si snodava il fronte alpino e per questo fu sin da subito integrato dall'intelligence militare italiana (praticamente una spia). Uomo dunque prezioso, forse insostituibile, e che però fu lanciato in primissima linea, nel terreno d'elezione dei reparti di Arditi votati alla morte nel bel gesto della retorica futurista. Le sue scaldane romantiche e l'insipienza dei comandi militari sabaudi lo misero (con una leggerezza che stupisce) nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
L'impiccagione di Cesare Battisti nella fossa del Castello del Buonconsiglio a
Trento.            (foto da cronologia.leonardo.it)
Il poveretto  venne catturato dagli austriaci nel corso di una loro controffensiva tattica che riprese il Monte Corno, una insignificante cima secondaria nel Pasubio da poco conquistata dagli italiani. Il resto è noto e si concluse nella fossa del Castello del Buonconsiglio, a Trento.
Sono andato per vedere la Selletta Battisti sul terreno. Sono venuto per questo, per vedere le tre cime del Pasubio da occidente e farmi un'idea degli obiettivi tattici su cui l'esercito sabaudo costruiva le proprie colpevoli illusioni di bassissimo profilo. Da qui tutto si vede nettamente e tutto sembra molto vicino.
Visto da sopra il Corno è proprio insignificante, una piccola altura erbosa punteggiata da radi mughi che si affaccia sull'aspra, stretta e sassosa Vallarsa, con le Piccole Dolomiti di fronte, le alture scoperte del Pasubio alle spalle e il piccolissimo paese di Valmorbia in basso.
E allora: siamo saliti da Giazzera per la strada che porta al rifugio Lancia, lunga e noiosa come doveva apparire già nel '15-'18. L'abbiamo lasciata prima di raggiungere l'acrocoro del rifugio Lancia, deviando a destra su sentiero che ci ha portati ad un bel giro ad anello. Dapprima a Malga Zocchi e alla Bocchetta dei Foxi, poi alla Selletta e al Corno Battisti. Per tornare indietro (dopo una breve deviazione di 5 minuti al panoramico Monte Testo) siamo scesi al rifugio Lancia per poi proseguire lungo la forestale fino all'auto.

Quote e dislivelli: escursioni_invernali
Quota di partenza/arrivo: m 1.197 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 1998 (Monte Testo)
Dislivello assoluto: m 800
Dislivello cumulativo in salita: m 1.019
Dislivello cumulativo in discesa: m 1.105
Lunghezza con altitudini: 20 chilometri
Tempo totale netto: 6:30 ore
Difficoltà: EE

Descrizione del percorso:
Dal parcheggio (tabella con ordinanza di chiusura al traffico) si prosegue su asfalto incontrando più avanti gli spazi attrezzati con parcheggio che d'estate sono accessibili direttamente con l'auto. Più avanti ancora, a quota 1.653 (tabelle) si abbandona la forestale per prendere sulla destra il sentiero che sale nel bosco fino a Malga Zocchi (m 1.640) prosegue poi all'aperto fino a Bocchetta dei Foxi (m 1.720, tabelle). Da qui sulla destra, lungo un traverso su evidente sentiero SAT 122 che taglia il pendio si giunge in breve sopra la Selletta Battisti, all'innesto del sentiero SAT 119/B che sale dal Valico delle Menderle. Dalla selletta con brevissima risalita su facile cresta, in breve sul panoramico Corno Battisti (m 1.760).
Si torna sui propri passi fino alla Bocchetta dei Foxi da dove si prende il sentiero SAT 102/A. Si sale in campo aperto fino sotto la cima del Monte Testo (tabelle), che è possibile raggiungere con deviazione di 5 minuti (m 1998,panorama). Ridiscesi alle tabelle si prosegue senza difficoltà e in costante discesa fino al rifugio Vincenzo Lancia (m 1.802). Dal rifugio si scende lungo la stradina di servizio, si supera il bivio ove la si era abbandonata in salita e si prosegue (a lungo) sulla strada fino al parcheggio.

Come arrivare:
Da Rovereto si imbocca la Vallarsa che si lascia dopo pochi chilometri prendendo a sinistra per Trambileno. Si prosegue superando Boccaldo e Giazzera da dove la strada prosegue, sempre asfaltata ma più ripida, in direzione del rifugio Lancia. D'inverno il transito è vietato dal primo parcheggio in poi, d'estate è possibile proseguire per un bel pezzo fino ad uno spiazzo attrezzato.

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