domenica 2 agosto 2015

Al rifugio Passo di Vizze (e all'austriaca Lavitz Alm)

Facile camminata alla testata della Val di Vizze, con sconfinamento in Austria, passando da un rifugio segnato dalla Seconda Guerra Mondiale e dal terrorismo sudtirolese degli anni Sessanta.
Passo di Vizze Pfitscherjoch
Arrivando dal versante austriaco il rifugio Pfitscherjoch-Haus/RIf. Passo di Vizze appare ingannevolmente minuscolo, come se il tempo fosse tornato al 1888, quando entrò in servizio. Negli anni del terrorismo separatista il rifugio fu oggetto di un grave attentato del BAS (Befreiungsausschuss Südtirol): nel maggio del 1966 esplose una carica che era stata attaccata alla porta del rifugio; la parte in legno dell'edificio venne interamente distrutta e l'agente della Guardia di Finanza Bruno Bolognesi rimase ucciso
Rifugio Passo di Vizze Pfitscherjoch Haus
Oggi, dopo due guerre mondiali e gli anni del terrorismo, il rifugio è tornato alla
sua vocazione originaria, appena sopra quel valico che è stato una grande via di
comunicazione per l'accesso alla Zillertal. Il sito del gestore mantiene aggiornate
le informazioni sui periodi di apertura e sugli orari del bus-navetta che collega il
paese di Stein/Sasso con lo Pfitscher Joch/Passo di Vizze.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Lo Pfitscherjoch/Passo di Vizze (m 2.250) è un valico alpino situato nelle Alpi Aurine (Zillertaler Alpen) proprio al confine con l'Austria. Qui, su un rialzo di qualche metro, a quota 2.276, l'oste Alois Rainer di St. Jakob/San Giacomo di Vizze inaugurò nel 1888 il primo rifugio alpino privato del Sudtirolo.
Era completamente in legno e nel 1897, visto il successo, venne aggiunto un secondo corpo, stavolta in pietra.
👉Gli anni difficili del rifugio ebbero inizio con l'annessione al Regno d'Italia con
GPS Passo di Vizze Pfitscherjoch
Il tracciato in Google Earth.
l'occupazione dell'edificio in pietra da parte dei militari italiani. La successiva riapertura del rifugio interessò solo la parte in legno.
Alla fine degli anni Trenta Mussolini realizzò nelle immediate vicinanze un fortino del Vallo Alpino e subito dopo arrivarono gli anni della Seconda Guerra Mondiale, quando venne in parte requisito dall'esercito italiano. E' una situazione che proseguì per tutti gli anni Cinquanta, con la presenza in rifugio dei militari della Guardia
di Finanza, che ne adibivano i locali ad ufficio di confine e doganale.
Quando gli irredentisti sudtirolesi diedero inizio alla famosa campagna di attentati degli anni
Sessanta, il rifugio fu confiscato dalle forze armate italiano (dal 1963 al 1970). In questo periodo il rifugio stesso diventò oggetto di un grave attentato del BAS (Befreiungsausschuss Südtirol): nel maggio del 1966 esplose una carica che era stata attaccata alla porta del rifugio; la parte in legno dell'edificio venne interamente distrutta e l'agente della Guardia di Finanza Bruno Bolognesi rimane ucciso.
Quando la Volkspartei (contrattando col governo italiano il nuovo e più ampio Statuto di Autonomia del 1972 per la provincia di Bolzano) riuscì a disinnescare la minaccia terroristica, il rifugio venne di nuovo aperto, dal 1973 solo di giorno e dal 1977 anche per i pernottamenti. Ebbe così finalmente termine un decennio trascorso in un'atmosfera fosca, dominata da trame e misteri, nonchè da un'inedita convergenza eversiva fra gli indipendentisti sutdtirolesi (molti dei quali con trascorsi nazisti) e i servizi segreti deviati italiani (sì, proprio quelli della successiva strategia della tensione).
👉La quinta generazione di gestori l'ha ristrutturato e ampliato nel 2012, conferendogli l'aspetto attuale. Va detto che sono riusciti, pur nel grande aumento di volumetria, a non trasformarlo in un pugno nell'occhio. Oggi attrae un gran numero di escursionisti, provenienti da entrambi i versanti e in gran parte ignari dei suoi complicati trascorsi (la piccola targa a ricordo della morte del finanziere Bolognesi è un capolavoro di reticenza: "caduto nell'adempimento del proprio dovere").
La lunga cresta che chiude a nord la Val di Vizze inizia con la Rollspitz/Punta Rolle e termina con la Hohe Wand/Croda Alta.

Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 1.800 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 2.275
Dislivello assoluto: m 475
Dislivello cumulativo in salita: m 683
Dislivello cumulativo in discesa: m 705
Lunghezza con altitudini: km 13,3
Tempo totale netto: ore 4:15 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: dal parcheggio (m 1.800) si prosegue lungo la vecchia strada miltare che prende quota lentamente giungendo all'insellatura del passo Pfitscherjoch (m 2.250). La strada prosegue in discesa lungo il versante austriaco restringendosi giungendo infine alla ex-malga  Lavitz Alm (m 2.095, punto di ristoro con piccola installazione didattica ricavata nella ex-casera). Il rientro al passo è avvenuto perla stessa via. Per la discesa all'auto, invece, conviene prendere il sentiero (più ripido ma più breve) che inizia dal piazzale del rifugio e taglia fra i boschi fino a ricongiungersi con la strada ex-militare un centinaio di metri prima del parcheggio.

Come arrivare: da Vipiteno si imbocca la Pfitscher Tal/Val di Vizze e la si percorre fino a Stein/Sasso, il suo ultimo centro abitato. Finito l'asfalto la strada prosegue su fondo naturale fino al parcheggio ricavato al quarto tornante, dove inizia il tratto chiuso al traffico privato.

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