lunedì 21 ottobre 2019

Il rifugio Torquato Taramelli ai Monzoni

Nel 1903 la SAT decise di costruire un rifugio per ospitare gli illustri studiosi del Congresso Geologico Internazionale.
rifugio taramelli
Qui è ripreso quasi dalla stessa angolazione della foto sotto.
Il prestigioso congresso si era poi tenuto a Vienna nel 1904 e il rifugio venne tirato su nel giro di pochi mesi, tanto che fu inaugurato già il 9 agosto del 1904 con una grande festa alla presenza di Torquato Taramelli, l'insigne geologo dell’università di Pavia che era stato volontario garibaldino e socio onorario della SAT.
👉Poi, nel corso della prima guerra mondiale, il rifugio venne utilizzato come posto di comando militare austriaco e anche come ospedale da campo.
E dopo ancora, nel secondo dopoguerra, nel 1961, la gestione venne affidata alla SUSAT, la Sezione Universitaria della SAT, che vi organizzò per tre anni dei corsi di divulgazione geologica e che continua tuttora a gestirlo.
Raggiungerlo dalla Val di Fiemme è veramente facile, e ne vale la pena.
taramelli
Nella sua storia centenaria il rifugio non ha subito vere manomissioni e ha mantenuto la caratteristica forma a cubo che è rimasta inalterata fino ad oggi. E' forse l'ultimo esempio di una tipologia costruttiva che caratterizzava molti fra i primi rifugi della SAT, come il Segantini in Val d'Amola, il Dorigoni in Val di Rabbi, i rifugi Dante Ongari e Guido Larcher in Cevedale, il vecchio Mantova in Val di Peio, il Dodici Apostoli nel Brenta, il Brentari nei Lagorai.
Il rifugio si trova a 2.030 metri di quota (2.040 ufficiali) nella piccola Valle dei Monzoni (Val di Munciògn), una convalle della più importante Val San Nicolò. Entrambe sfociano a Pozza di Fassa.
rifugio taramelli
Con uno spigolo di soli sei metri, il cubo del Taramelli contiene tutto quello che serve: la saletta da pranzo, l'angolo della reception con il libro degli ospiti, le stanzette con i 16 posti letto a castello e anche la indispensabile cucina.

dal Taramelli
Dal rifugio Taramelli verso la Val San Nicolò, con le cime orientali del Catinaccio sullo sfondo. L'occhio esperto individua, sulla verticale che cade dalla  cima del Catinaccio di Antermoia, la piccola sagoma scura del Rifugio Antermoia (click per ingrandire).

Nessun commento:

Posta un commento