Finalmente sono riuscito a fotografarla in pieno fiore. Ma non cerchiamo le sue radici: sono troppo simili a quelle del tossico Veratro.
Una pianta di Genziana Lutea o Maggiore in piena fioritura estiva in alta Val Martello (laterale dx della Val Venosta). Le proprietà amaricanti e digestive del suo ampio apparato radicale sono ben note tra le popolazioni locali. Le radici di genziana seccate vengono usate per aromatizzare la grappa, così come avviene con molte altre piante alpine: con la ruta, il pino mugo, con l'achillea, eccetera... |
Il suo nome deriverebbe da Gentius, re dell´Illiria dal 180 al 167 a.C. Secondo Dioscoride, fu colui che introdusse la pianta nella medicina, apprezzata ed utilizzata nella preparazione di sostanze curative e soprattutto di tonici.
In passato, in tutta Europa, era molto utilizzata come febbrifugo prima della introduzione del chinino.
👉Le sue radici contengono l'amarogentina che è considerata la sostanza più amara al mondo (il potere amaricante è calcolabile e nella amarogentina arriva a 580.000) e che é presente nella misura dello 0,05%. E' controindicata nei casi di ulcere gastriche o duodenali.
La radice è gialla, a differenza di quella del Veratro (velenoso), con il quale può es- sere facilmente confusa, e che invece è nerastra. Qui in alcuni scatti presi nella ca- te na delle Maddalene, al confine fra Trentino (Val di Non) e Sudtirolo (Val d'Ultimo). |
Non va assolutamente raccolta. Intanto perchè è specie protetta. E poi perchè (riporto) "è facilmente confondibile con la sorella Veratrum album L. velenosa mortale (esistono documenti storici che descrivono l'uso di questa pianta come veleno per l'esecuzione di condannati a morte). Le foglie del veratro sono alterne e tomentose nella pagina inferiore, quelle di genziana diversamente opposte e lisce. Le nervature della foglia del veratro sono nettamente e perfettamente parallele, quelle della genziana lo sono solo parzialmente e per brevi tratti, in modo del tutto vago e disordinato".
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