Si trova alla testata della Schlinigtal/Valle di Slingia, piccola ed isolata valletta alpina che mette in comunicazione diretta la Val Venosta con l'Engadina.
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Il rifugio Sesvenna Hütte (m 2.258) si trova alla testata della valle di Schlinig/Slingia. Sulla destra si intuisce la traccia che porta allo Schlinig Pass (m 2.309) e al vicino confine svizzero, da dove un ardito percorso tagliato nella roccia della gola Uinaschlucht scende in Engadina. |
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Il rifugio Sesvennahütte fu costruito nel 1980 dall'AVS perchè l'edificio del vecchio rifugio Pforzheimer Hütte (in primo piano), pur già distrutto da un incendio nel 1960 e inutilizzato, rimaneva di proprietà dello Stato italiano.
Vedi le altre foto in Google Foto.
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Siamo sullo spartiacque fra Adige ed Inn, dove corrono altri confini invisibili, politici (Italia-Svizzera), religiosi (cattolici-protestanti) e identitari (tirolesi-grigioni).
La valle e i suoi pascoli rimasero a lungo monopolio dell'Abbazia di Montemaria che sotto l'impero asburgico vi esercitò anche l'amministrazione della giustizia fino al 1875.
La valle e i suoi pascoli rimasero a lungo monopolio dell'Abbazia di Montemaria che sotto l'impero asburgico vi esercitò anche l'amministrazione della giustizia fino al 1875.
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Scarica la traccia GPS. |
Il periodo felice dell'Austria Felix si interruppe nel 1918. Con il passaggio del Sudtirolo al Regno d'Italia la valle divenne zona di confine e venne dimenticata da tutti, ma non dai contrabbandieri e dalla nostra Guardia di Finanza che trasformò il rifugio in base anti-contrabbando. Più recentemente il turismo l'ha riscoperta, tanto che oggi vi si tengono
anche dei campionati di biathlon.
anche dei campionati di biathlon.
Il paesaggio è invitante è l'escursione ad anello che dal piccolo capoluogo sale all'odierno rifugio Sesvenna Hütte e ritorna snodandosi in quota fra pascoli aperti su panorami "svizzeri" è alla portata di tutti.
Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 1.720 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 2.258 (Rif. Sesvenna)
Dislivello assoluto: m 538
Dislivello cumulativo in salita: m 730
Dislivello cumulativo in discesa: m 714
Lunghezza con altitudini: km 12,4
Tempo totale netto: ore 3:30 AR
Difficoltà: T
Descrizione del percorso:
Dal parcheggio (m 1.720) si segue la stradina bianca che risale dolcemente l'alta valle transitando dal posto di ristoro Alp Planbell (m 1.868) e supera impennandosi il salto della Schwarzwand/Croda Nera (m 2.160) raggiungendo così l'ampia prateria pensile che ospita gli edifici dei due rifugi (m 2.250). Il ritorno a valle avviene per il sentiero AVS 8/8A che taglia in quota le praterie alpine con bella vista sul Piz Sesvenna (invisibile sia dal fondovalle che dal rifugio) e cala con ripide serpentine sino al parcheggio.
Come arrivare:
Dalla conca di Glurns/Glorenza e Mals/Malles ci si porta in due-tre chilometri a Burgeis/Burgusio per imboccare la ripida stradina asfaltata per la Schlinigtal/Valle di Slingia. Il parcheggio si trova 7 chilometri più avanti, nel paesino-capoluogo.
Nota storica sull'ex-rifugio Rasass.
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Il vecchio Pforzheimerhütte in una foto d'epoca pescata nel web. |
Dopo la prima guerra mondiale la capanna passò alle competenze della sezione di Milano del CAI, che ne mutò il nome in "Rifugio Rasass" e che però sembrava non avere alcun interesse a gestirlo.
Nel secondo dopoguerra il rifugio venne espropriato e inizialmente utilizzato come base per le guardie di frontiera italiana e doganieri come base occasionale nelle operazioni anti-contrabbando.
Infine, nel 1960, l'edificio fu distrutto da un incendio. Nel 1970 il Club Alpino in Alto Adige si decise alla costruzione di un nuovo rifugio - il Sesvennahütte - nelle immediate vicinanze, perchè entrare in possesso della vecchia capanna era considerato improbabile.
Solo a cose fatte, nel 1998, il governo italiano decise di trasferirne i resti - insieme a numerosi altri immobili in Alto Adige - alla provincia autonoma. Sorse allora una fondazione (la "Cunfin") che aveva lo scopo di riparare e gestire l'edificio Pforzheim-Rasass. Nel 2009 fu classificato dalla Provincia Autonoma di Bolzano come "interessante esempio di sistema di rifugio alpino del Novecento".
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