Fa parte della generazione dei rifugi a cubo, quelli realizzati dalla SAT quando il Trentino faceva ancora parte dell'impero austro-ungarico.
Il Rifugio Cima d'Asta "Ottone Brentari" dopo il grande ampliamento del 1984. Nel riquadro lo vediamo nel suo aspetto attuale. |
Il primo rifugio ai bordi del laghetto venne realizzato nel 1908.
👉Erano gli anni dell'alpinismo esplorativo o comunque di avanguardia, che la SAT si sforzava di innervare d'uno spirito insieme aperto al progresso, comunitario e cooperativo.
👉Come altre iniziative, realizzazioni e personaggi della SAT d'allora, la passione per la montagna era venata di irredentismo anti-austriaco, un livello di rischio che personalmente colloco appena un gradino sotto il nazionalismo conclamato.
E infatti in alcuni casi le polemiche sfociarono nella contrapposizione militante, una contrapposizione che finì perfino nelle aule dei tribunali.
👉L'originario rifugio a cubo venne danneggiato sia nel corso della prima che della seconda guerra mondiale ma in entrambi i casi venne riparato e rimesso in funzione.
Rimase in servizio fino al 1982, quando venne ingrandito e modernizzato, assumendo l'aspetto attuale.
Quella del cubo con spigolo di circa 6 metri fu una tipologia costruttiva fortunata, che ispirò anche il Dorigoni in Val di Rabbi, il vecchio rifugio al Vioz, il Dodici Apostoli nel Brenta, il Taramelli nei Monzoni, il Segantini n Val d'Amola, il Larcher al Cevedale. |
Dopo i notevoli danni subiti nel corso della prima guerra mondiale, venne rimesso in sesto nel 1922 e in quella occasione la denominazione ufficiale cambiò perchè venne intitolato ad Ottone Brentari, autore della prima guida del Trentino che gli fu commissionata proprio dalla SAT. (immagine dal sito Cartoline dai rifugi). |
Anche nel corso della seconda guerra mondiale il rifugio subì gravi danni alla struttura. Venne nuovamente rimesso a posto e fu riaperto l’8 agosto del 1952. |
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