martedì 24 gennaio 2012

Le fortificazioni del Monte Calisio a Trento

La piatta cima del piccolo Monte Calisio si trova ad appena 1.096 metri di quota e s'affaccia da nord sulla conca della città di Trento. Costituisce l'estrema propaggine occidentale della lunga catena Lagorai-Cima d'Asta. escursioni_invernali
Restituzione planimetrica del terreno fatta con 3D-RTE Reader.
Ciò spiega perchè gli austroungarici ne fecero un pilastro della cintura di fortificazioni destinate alla difesa di Trento, allora situata all'estremo sud dell'Impero asburgico e quindi particolarmente esposta agli attacchi del Regno d'Italia in caso di guerra. escursioni_Trento
La guerra ci fu ma la cintura non entrò mai in azione perchè il fronte e le primee lineee si mantennero sempre, pur tra alterne vicende, relativamente lontani dal capoluogo trentino.
Planimetria fotografiaca prodotta con 3D-RTE Reader.
L'escursione che Gigi ci propone è modesta come dislivello (300 metri dal parcheggio alla cima) ma interessante per via dei reperti militari che si incontrano lungo il cammino. escursioni_invernali
Inoltre va ricordato che qui si viene anche per il panorama che offre la cima, piatta ed erbosa come un parco cittadino e certamente molto diversa da come doveva apparire ai tempi della prima guerra mondiale.
Per i tempi: dal parcheggio auto alla cima del Monte Calisio 1:00 ore; ritorno dalla cima al parcheggio 1:10 ore.






Descrizione del percorso e informazioni sulle fortificazioni:
Da Trento occorre salire a Martignano e quindi a Montevaccino. In pratica si segue la strada finché questa divenuta stretta, svolta a destra (segnavia), passa tra le case di Montevaccino di sopra, raggiunge la loccalità Loch dove, a un bivio, troviamo un ampio parcheggio alla nostra sinistra (segnavia SAT per il Lago di S. Colomba).
Lasciata l’auto, torniamo indietro e proseguiamo in salita, arrivando poco dopo a un secondo bivio; qui si sale a destra raggiungendo l’ex Forte Casara (non rimane altro che una spianata, un muro e una tabella informativa). Sulla destra seguiamo una sterrata che prende quota arrivando a circa 905 metri; noi giriamo a destra, abbandonando la stradina che procede dritto, arrivando a m 925 dove troviamo il terzo bivio. Ora prendiamo a sinistra, seguendo un sentiero un po’ scomodo dal fondo sassoso e che corre in un fossato, fino a sbucare nuovamente su una sterrata che sale dalla nostra sinistra (m 970).
Con più comodo, seguitiamo nel bosco, prendiamo a sinistra e giunti all’ennesimo bivio (m 985) raggiungiamo la loc. Prà del Dorigat. Il nostro sentiero, come dice il nome, attraversa un prato (esiguo in verità, il bosco avanza!), regalandoci così un anticipo del panorama che avremo dalla cima del Calisio. Da qui spaziamo verso nord: da sinistra ecco la Paganella, il Brenta con il sottogruppo della Campa, il Dosso alto e il Fausior con la sottostante Valle dell’Adige, l’imbocco della Val di Non con le Maddalene e via fino al Corno Bianco e Nero.
Attraversato il prato, perdendo un paio di metri, proseguiamo dapprima in costa poi affrontiamo il tratto più faticoso dell’escursione salendo un ripido pendio, dove troviamo alcuni scalini fatti con dei tronchi d’albero, poi una serie di tornanti, in seguito una vera e propria scalinata, sempre di tronchi, che ci conduce al bivio con il sent. 401; siamo agli “Stoi” a m 1.050 (tabella informativa sulle batterie in caverna).
Ora abbiamo due possibilità per salire alla cima:
  1. Seguire il sentiero. In questo caso costeggiamo, tenendoli alla nostra destra, gli ingressi di due “Stoi”, svoltiamo a destra e superiamo una paretina di roccia attrezzata (poca roba, circa 5 metri con cavo e quattro scalini metallici), infine seguiamo il sentierino sinuoso che, in dieci minuti circa, ci conduce sulla vetta del M. Calisio a 1.096 metri.
  2. Visitare le gallerie di guerra. In questo caso in alcuni tratti occorre una pila frontale. Avendo scelto le gallerie, il tempo necessario a sbucare in vetta dipende dalla vostra curiosità. Nel mio caso tra il tempo impiegato per le fotografie ed essendo, come i miei pelosi antenati, particolarmente curioso, ho impiegato circa un’ora.
Anche per il ritorno possiamo scegliere due alternative: ripercorrere l’itinerario di salita, oppure, scesi di nuovo ai 1.050 metri del bivio degli Stoi, proseguire con il sent. 401. In questo caso affronteremo un primo tratto ripido che, in seguito, diventa meglio percorribile e ci porta alla confluenza con una sterrata proveniente dalla nostra destra (si tratta della stradina che arriva dal bivio a m 985, quello che abbiamo trovato salendo al Calisio).
Continuiamo la discesa a valle, prima ripidamente, poi risaliamo di poco per riprendere a perdere quota e trovarci, infine, sul tornante di una comoda sterrata. Ora seguiamo quest’ultima che, con tornanti e lunghi traversi, ci conduce a q 821, nei pressi dell’ex rifugio Calisio, dove confluisce nella larga sterrata proveniente da Montevaccino. Da qui la strada, compiendo vari saliscendi, in circa mezz’ora di comoda passeggiata ci riporta al punto di partenza. 


Le quote:
Punto di partenza (Loc. Loch)          : m    793
1° Bivio                                            : m    810
Ex Forte Casara (2° bivio)                : m    892
3° Bivio                                            : m    905
4° Bivio                                            : m    925
5° Bivio                                            : m    970
6° Bivio                                            : m    985
Loc. Prà del Dorigat                         : m    990
7° Bivio 430/401 Stoi del Calisio       : m 1.050
M. Calisio                                         : m 1.096
8° Bivio 401/Quattro Strade              : m    821

Note: Sul M. Calisio troviamo i resti di fortificazioni, nel punto più alto un’inferriata protegge una stazione GPS del Servizio Geologico della Provincia Autonoma di Trento, un punto attrezzato per riti magici (croce e altare), delle tabelle informative e un ampio panorama a 360° che, partendo dalla Val d’Adige, spazia dal M. Bondone, alle Maddalene fino ai monti altoatesini, al Latemàr, al Lagorài, ai monti della Valsugana per concludersi con Marzola e Vigolana.
L’ex rifugio Calisio è ormai chiuso da tempo e versa in cattive condizioni. Una nota triste, almeno per me, per ricordi di momenti felici trascorsi qui con i miei genitori quando venivano a trovarmi da Genova la mia città natia. I tavoli all’aperto ormai malridotti, il campo da bocce ricoperto da erba e arbusti, dove mio padre ed io avevamo giocato, la cucina all’aperto sparita, le persiane mezze divelte, insomma confesso che mi è venuto il nodo alla gola.

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