giovedì 4 settembre 2014

Bivacco Totoga

E' inutile cercarlo sulle cartine. Con questo nome non compare.
Il "Bivacco Forestale San Giovanni Gualberto" si sviluppa su due piani costruiti
in legno e poggiati sulle parti in pietra di un edificio di proprietà del Comune
di Canal San Bovo che viene usato dalle guardie forestali. Si trova nel bosco a
quota 1.565 e a circa 2 ore dal Passo della Gobbera, lungo la via solitamente
seguita per salire alla cima del Monte Totoga.
A piano terra ci sono il camino, le panche e un tavolo. Per raggiungere il reparto
notte bisogna arrampicarsi sulla scala a pioli che dall'esterno sale al ballatoio;
una porta si apre su un locale ampio, basso e finestrato del tutto privo di arredi.
Perciò oltre al sacco a pelo serve anche il materassino.
E' un vero bivacco, di quelli nudi e crudi, e forse proprio per questo è così poco frequentato.
C'è tutto quello che serve per passare la notte in montagna, ma niente di più.
E così chi viene qui per altri scopi alza i tacchi e torna a valle prima che faccia buio.
Nei bivacchi dotati di camino o fornasèla ma privi d'acqua non ci sono mai
stoviglie semplicemente perchè non è possibile lavarle. Però ci si può
arrangiare benissimo con la pellicola di alluminio. Le varianti, come si vede,
di solito ruotano attorno a soluzioni poco vegetariane, proprio come capita
in quei bivacchi che invece l'acqua ce l'hanno (in questo è a poca distanza).
👉Ce ne vorrebbero di più di posti così. Essenziali e funzionali, molto utili agli escursionisti ma poco indulgenti con quanti cercano in quota gli stili della riviera romagnola, doccia compresa.
Certo, se fuori ci fosse una fontana con l'acqua sarebbe perfetto... ma non bisogna dimenticare (secondo me) che specialmente alle basse quote (ed è il nostro caso) le comodità andrebbero ridotte al minimo, diciamo che "niente materassi e coperte" potrebbe a volte costituire una specie di assicurazione contro bifolchi e vandali.
Che sia ora cambiare rotta rispetto allo stile inaugurato dal ciclista Francesco Moser quando qui in Trentino era Assessore al Turismo e spingeva per azzerare la differenza fra il rifugio di montagna e albergo di fondovalle?
Un po' di semplicità non guasterebbe...

5 commenti:

  1. nudo e crudo il bivacco..............nudo e crudo pure il commento.gilberto

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  2. ...per fortuna che i costruttori di bici hanno ancora un po' di umanità, forse si sono messi una mano sul c... uore e le forniscono ancora con la sella !!!.........quella è una solida e bella struttura, pagata con i soldi dei contribuenti, ma in realtà non serve a nessuno. francesco Moser oltre che campione sportivo era anche campione di accoglienza!!!!

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    1. E' servita a me e a tantissimi altri, che non considerano Francesco Moser un campione di umanità e accoglienza ma uno che, sceso dalla sella, é come gli altri.

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  3. E' sempre aperto? O bisogna chiedere le chiavi a qualche custode?

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    1. Sì, se nell'ultimo anno non sono cambiate le cose é sempre aperto. E richiede rispetto, é ovvio. Altrimenti lo chiuderanno.

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