venerdì 25 giugno 2010

Il giro delle Tre Cime del Bondone

L'escursione classica dei trentini.
La più classica escursione sulla "montagna dei trentini" è costituita dal giro delle tre cime che sovrastano la conca delle Viotte: una concatenazione di tre spuntoni rocciosi molto panoramici e mai difficili. escursioni_estive
Ho trovato un'ottima descrizione del giro - che fra auto e camminata richiede una giornata - nel sito Lemiecime, che ringrazio. escursioni_Trento
Quest'anno ci sono stato ad inizio stagione, ma la giornata era afosa e "foschiosa". In compenso i prati delle Viotte erano già in fiore...

lunedì 21 giugno 2010

L'estate non vuole arrivare!

Sono ormai quindici giorni che il tempo fa il matto. Oggi è il 21 giugno, solstizio d'estate e suo inizio ufficiale.

Dopo due giorni di pioggia battente le nuvole si sono un po' alzate.
Ogni tanto compare mezzo raggio di sole; il giglio se ne accorge e finalmente fiorisce. E' in ritardo di quasi un mese.

Ma anche i pomodori sono indietro, zuppi d'acqua e mezzi abbandonati.

Speriamo che il resto dell'estate vada meglio.

Ah, dimenticavo: quardandomi attorno vedo che durante la notte è nevicato! Le cime sono imbiancate dai 1900-2000 in su.



sabato 12 giugno 2010

Corno Bianco di Sarentino

Ricordi dalla cima più alta dei Monti Sarentini.

Mi piace andare in montagna con Aurelio perchè non si lamenta mai; è un tipo che
vede il bicchiere mezzo pieno e la cultura del piagnisteo gli è totalmente estranea.
Quando partiamo da Passo Pennes (m. 2214) per fare il Corno Bianco (m. 2705, la cima delle Alpi Sarentine che sta giusto in mezzo fra Bolzano e Vipiteno) sono contento di avere Aurelio con me, perchè il tempo è così così e chiama la pioggia.
Avere un compagno piagnone sarebbe stata una vera jattura.
Procedendo verso la traccia di salita al  Corno il cielo si copre sempre più, poi inizia la pioggia e quando arriviamo in cima ci sono anche delle belle raffiche di neve ghiacciata.
La pecora che chiede aiuto per l'agnello
intrappolato nella palude.
Abbiamo perso qualche bella fotografia panoramica ma siamo arrivati in cima senza problemi., a parte qualche raffica di grandine fine.
Peccato però perchè anche l'ultima volta che ero salito lassù avevo dovuto rinunciare ai panorami sostituendoli con i primi piani della croce di vetta incapsulata dal ghiaccio.
Nel traverso basso m'ero imbattuto in una pecora dall'atteggiamento strano:voleva ostacolarmi mettendosi di traverso sul sentiero. Poi ho capito:l'agnello era rimasto intrappolato nella vicina Moos (piccola palude). Sono andato a prenderlo e l'ho lasciato vicino a lei: dopo un po' era dinuovo in piedi.

venerdì 11 giugno 2010

La genziana maggiore, quella della grappa amara

Finalmente sono riuscito a fotografarla in pieno fiore. Ma non cerchiamo le sue radici: sono troppo simili a quelle del tossico Veratro.
Una pianta di Genziana Lutea o Maggiore in piena fioritura estiva in alta Val Martello (laterale dx della Val Venosta). Le proprietà amaricanti e digestive del suo ampio apparato radicale sono ben note tra le popolazioni locali. Le radici di genziana seccate vengono usate per aromatizzare la grappa, così come avviene con molte altre piante alpine: con la ruta, il pino mugo, con l'achillea, eccetera...

genziana maggiore gentiana lutea
Giugno 2010, 1600 metri di quota. E' la Genziana Maggiore (nome botanico Gen-
tiana Lutea L.) che tutti abbiamo usato per aromatizzare la grappa e che qui è fo-
tografata alla Piana delle Viote, sul Monte Bondone di Trento.
Il suo nome deriverebbe da Gentius, re dell´Illiria dal 180 al 167 a.C. Secondo Dioscoride, fu colui che introdusse la pianta nella medicina, apprezzata ed utilizzata nella preparazione di sostanze curative e soprattutto di tonici.
In passato, in tutta Europa, era molto utilizzata come febbrifugo prima della introduzione del chinino.
👉Le sue radici contengono l'amarogentina che è considerata la sostanza più amara al mondo (il potere amaricante è calcolabile e nella amarogentina arriva a 580.000) e che é  presente nella misura dello 0,05%. E' controindicata nei casi di ulcere gastriche o duodenali.
genziana maggiore gentiana lutea
La radice è gialla, a differenza di quella del Veratro (velenoso), con il quale può es-
sere facilmente confusa, e che invece è nerastra
. Qui in alcuni scatti presi nella ca-
te na delle Maddalene, al confine fra Trentino (Val di Non) e Sudtirolo (Val d'Ultimo).
👉Cresce nelle praterie delle Alpi e degli Appennini, dall´alta collina fino ai 2500 metri di altezza.
Non va assolutamente raccolta. Intanto perchè è specie protetta. E poi perchè (riporto) facilmente confondibile con la sorella Veratrum album L. velenosa mortale (esistono documenti storici che descrivono l'uso di questa pianta come veleno per l'esecuzione di condannati a morte). Le foglie del veratro sono alterne e tomentose nella pagina inferiore, quelle di genziana diversamente opposte e lisce. Le nervature della foglia del veratro sono nettamente e perfettamente parallele, quelle della genziana lo sono solo parzialmente e per brevi tratti, in modo del tutto vago e disordinato".

giovedì 10 giugno 2010

Sul Monte Stivo da Passo Bordala.

Un panorama a 360° dal Lago di Garda all'arco alpino.
Il Rif. Marchetti della SAT.
Il sentiero parte dal Passo Bordala.
In quota c'è ancora troppa neve, e allora scegliamo una cima bassa, facile ma estremamente panoramica. Il Monte Stivo domina la conca di Riva del Garda ed unisce in una unica vista circolare le prealpi ed il lago ai vari gruppi che stanno più a nord: Adamello, Dolomiti di Brenta, Presanella, Alpi Venoste, Lagorai.
E poi ancora, a riscendere verso la pianura, la Vigolana, il Pasubio, le Piccole Dolomiti ed i Lessini. Sono tutti visibili dalla cima del Monte Stivo, dove l'osservazione è agevolata da un belvedere circolare in pietra che consente l'identificazione delle cime più lontane.
Il Lago di Garda e la conca di Riva.
Il belvedere in vetta allo Stivo.
Si parte da Passo Bordala (raggiungibile sia da Rovereto che da Riva del Garda) dove in località Santa Barbara si lascia l'auto.
Si segue a piedi la strada che ben presto si trasforma in una mulattiera sassosa e a volte ripida. Si transita da Malga Stivo per raggiungere con larghe e ripide serpentine il rifugio Prospero Marchetti allo Stivo, quota m. 2012.
Ancora cinquanta metri e siamo in cima. La giornata ci assiste, il cielo è sereno, la visuale spazia veramente a 360 gradi.
Sono stati circa 800 metri di dislivello, sempre semplici ma in alcuni tratti ripidi e quindi faticosi.
Per gli amanti delle ciaspole e per gli sci-alpinisti va detto che d'inverno il rifugio è aperto il sabato e la domenica. escursioni_estive