venerdì 26 aprile 2024

"Ai tre garofani", la più antica trattoria di Trento

La trattoria "Ai Tre Garofani" di Via Mazzini è stata attiva per più di sette secoli e sempre con lo stesso nome (ma ha chiuso nel 2020).
L'ingresso alla vigilia della chiusura, avvenuta nel 2020. Quella porta racchiude un pezzo importante della storia cittadina, visto che era in attività fin dal lontanissimo 1275. Ma la trattoria è nota perchè la frequentava Mussolini durante i suo soggiorno trentino, quando viveva in un modesto appartamento al primo tornante di Via della Cervara, dietro al Castello del Buonconsiglio.
Mussolini rimase a Trento per quasi tutto l’anno 1909, fino alla sua espul-
sione decretata dalle autorità austriache; qui è ritratto alla barra confinaria
di Borghetto, mentre saluta i compagni (notare la tabella che segnalava lo
ingresso nei territori della monarchia, presente a tutti i posti di confine).
E' stata in assoluto una delle trattorie più longeve della città, avendo aperto nel lontanissimo 1275 quando debuttò come locanda (trattoria+alloggio). Citata ancora nel '400 per la sicurezza dei suoi alloggi e per gli spazi dedicati al ricovero dei cavalli, quando carrozze e stallieri sostavano in città, nei viaggi tra nord e sud delle Alpi. Masnade di viandanti, a quei tempi, ma anche congreghe di cospiratori, borghesi e prelati. Senza mai perdere il suo imprinting vivace e popolaresco.
La trattoria "Ai tre garofani" poco prima della definitiva chiusura.
👉Ma è nota soprattutto perchè vi si recava quotidianamente Benito Mussolino, chiamato in città nel febbraio del 1909 da Cesare Battisti, che lo impiegò come giornalista nel giornale dei socialisti trentini "Il popolo" e che lo nominò anche responsabile della segreteria del lavoro del PSI locale. Nonostante la giovane età (26 anni da poco compiuti) aveva già alle spalle una certa attività di pubblicista. Aveva già collaborato nel 1902 con “L’Avvenire del lavoratore” di Losanna, alla direzione del periodico “La Lima” di Oneglia, alla collaborazione a “Pagine Libere” di Angelo Oliviero Olivetti e al “Pensiero romagnolo” di Gaudenzi.
👉Nel 1947 il ristorante fu acquistato e valorizzato dalla famiglia Linardi e nell'anno duemila Giovanna Linardi l’ha ereditato dal padre e lanciato assieme al marito Niko. l’Antica Locanda “Ai Tre Garofoni” crebbe fino a diventare un buon ristorante segnalato già dal 2004 con due forchette nella guida Michelin. Ha chiuso nel 2020 dopo una plurisecolare carriera nella storia della città. Oggi questa storica trattoria è stata sostituita da un B&B.

domenica 21 aprile 2024

Sul Dosso di Sant'Agata, il terzo dente di Trento

Però arrivandoci da dietro, cioè partendo da Roncogno, in Valsugana.
E' il "terzo dente" dei tre a cui la città deve il suo nome romano. Il primo è il Doss Trento, il secondo è il Dosso di San Rocco, il terzo è il Dosso di Sant’Agata. In basso a sx la gobba verde del Dosso di San Rocco. Sullo sfondo il Bondone imbiancato di neve primaverile.
La chiesetta di Sant'Agata si trova sulla cima del colle e la sua facciata guarda ver-
so Sud. Sulla destra si intravvede il Monte Celva, che separa Trento dalla Valsuga-
na. Una via di comunicazione oggi desueta e percorribile solo con auto adatte.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Per "conquistare" la chiesetta che sta sulla sua cima c'è una semplice e breve passeggiata di quelle adatte a tutti, un mini-trek urbano alla riscoperta della storia cittadina, ma con un approccio "da revèrs", dal lato rovescio.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
Per salire sul Dosso di Sant’Agata si va in auto o in autobus la località di Oltrecastello (Povo), da dove si prosegue a piedi seguendo il breve sentiero che porta in cima.
👉Questa volta invece, venendo dalla Valsugana e per dribblare il traffico cittadino, ho scelto di arrivarci da dietro, partendo dal borgo valsuganotto di Roncogno tra Pergine e il Passo del Cimirlo, raggiungendo poi da lì Oltrecastello. Il Passo del Cimirlo si trova tra la Marzola e il Monte Celva e divide la conca di Trento (a meridione) dalla Valsugana perginese (a settentrione). La stradina locale da percorrere si snoda in mezzo ai boschi ed è meglio farla con una macchina piccola e alta da terra perchè è una strada stretta e piena di curve strette, in parta bianca e in parte lastricata con rotondi sassi di fiume, con qualche rampetta davvero ripida. Ma che ha il pregio della tranquillità.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 491

martedì 16 aprile 2024

Insalata di patate lesse, sgombro sott'olio, cipolle

Una Kartoffelsalat con la cipolla bianca e i filetti di sgombro sott'olio.
Le patate lesse sono molto versatili. Si possono mangiare al volo, con un pizzico di sale o condite con aglio e olio. Ma, se si preferisce l'amarognolo, ricordarsi del mix di prezzemolo e artemisia. Qui sopra con i vituperati e industriali filetti di sgombro sott'olio.
Con un po' di fortuna si posso trovare dai verdurai le prime cipolle novelle bianche
e schiacciate, sempre tra le prime ad accorgersi che si è aperta un'altra stagione.

Non bisogna dimenticare che le patate lesse si trovano bene anche sul tagliere di salumi ma che si possono anche accompagnare con  i cetrioli freschi e la panna acida; si può anche scopiazzare la mediterranea insalata di Pantelleria. O semplicemente sistemarle accanto alle carote lesse.
👉Tra i tanti accoppiamenti possibili metto al primo posto quelli che prevedono i vituperati e industriali filetti di sgombro sott'olio. E durante il risveglio primaverile dell'orto non possono mancare le patate bollite con lo sgombro sott'olio e l'erba cipollina.

giovedì 11 aprile 2024

Zuppa rossa di legumi in tazza, col pane di segale

Mix di legumi secchi ammollati nell'acqua e stufati in tegame su un soffritto di olio, cipolla e passata di pomodoro. Da inzupparci il pane...
Ciotola di legumi stufati nella passata di pomodoro. Il mix dei secchi comprende lenticchie, ceci e fagioli (borlotti, cannellini e rossi).
Lo stufato di legumi vicino ad un'insalata cruda di peperoni, cetrioli e cipolla crudi.
Nei giorni delle ombre lunghe le ore scorrono più lente e l'atmosfera e i ritmi sono quelli giusti per i comfort food da mangiare ben caldi nel freddo dei mesi invernali.
👉Su un soffritto di cipolle, carote e sedano, aggiungere le lenticchie, i ceci, i fagioli borlotti, cannellini e rossi (già ammollati per una notte in acqua e già lessati), un bicchiere di passata di pomodoro, qualche foglia di alloro e un cucchiaino di brodo vegetale Bauer. Portare a bollore, mescolare bene, abbassare la fiamma e lasciar cuocere a fuoco basso. E' tutto.

domenica 7 aprile 2024

La villa sulla rotonda di Villazzano, ricca di storie

Villa Tambosi fu costruita a fine Settecento, dove la strada che sale a Povo lascia la strada della Fricca, che va verso gli altipiani vicentini.
Dal suo cancello passarono i protagonisti delle guerre napoleoniche (Honoré Vial, comandante delle truppe francesi in Trentino nel 1809), dell'intellighenzia italiana sotto l'Austria (Antonio Tambosi) e del Sessantotto trentino (vi alloggiò un giovane Rento Curcio).

Villa Tambosi in Google Maps oggi: l'asfalto si è mangiato il bivio ed è dilagato a
destra e a sinistra, per fare spazio alla rotonda.

La fotografia è stata scattata durante la visita dell'imperatore austriaco Francesco
Giuseppe  alla fortezza sul dosso di San Rocco a Trento. La didascalia dice: "Il
passaggio del Kaiser Franz Joseph dalla fortezza di San Rocco a Trento in Italia:
Sütirol"
. All'epoca l'attuale territorio della provincia di Trento faceva parte del Ti-
rolo meridionale (Südtirol) che comprendeva le due attuali provincie di Bolzano
e di Trento.

Si trova vicino alla stazione ferroviaria di Villazzano, sulla collina di Trento e fu costruita sul finire del Settecento dalla famiglia dei nobili Balduini.
Successivamente venne acquistata dalla famiglia Tambosi, molto attiva nell’industria e nel commercio della seta e dei pellami; famiglia cui appartenne anche un noto personaggio della storia trentina: Antonio Tambosi.
Nel 1962 venne acquistata dai Frati Minori Cappuccini di Trento.
Il suo edificio è completato da un giardino e da un piccolo parco di conifere, allori e lecci. e le sue vicende sono intrecciate con la grande storia europea:
👉negli anni del grande turbine napoleonico la villa divenne sede del comando del generale Honoré Vial, che era il comandante in capo delle truppe francesi in Trentino nel 1809, l'anno di Andreas Hofer;
L'ingresso di Villa Balduini-Tambosi, testimone di tre snodi cruciali della storia mo-
derna in Trentino: Napoleone, Irredentismo, Sessantotto.
👉era la villa di famiglia di Antonio Tambosi, già consigliere comunale e presidente della Società Alpinisti Tridentini, poi podestà di Trento per due mandati consecutivi dal 1895 al 1899 e successivamente dal 1911 al 1913. Di orientamento politico liberale, dal 1901 al 1905 divenne deputato al parlamento di Vienna, nel quale ricoprì anche la carica di vicepresidente. Dopo il passaggio all'Italia, fu nominato senatore del Regno nel settembre 1920 ma morì l'anno seguente, prima di entrare in carica. A lui sono dedicati l'Istituto Tecnico Commerciale di Trento e una scuola primaria a Bolzano;
👉quando il futuro fondatore delle Brigate Rosse, Renato Curcio, si iscrisse alla facoltà di sociologia a Trento, nel 1963, alloggiava gratuitamente nel convitto universitario di Villa Tambosi, dove entrò in contatto con esponenti del Psi e accettò il lavoro di segretario del vice-sindaco di Trento Iginio Lorenzi, membro della prima giunta del democristiano Edo Benedetti, a capo della prima coalizione di centrosinistra insediatasi in un capoluogo di regione in quegli anni così lontani e diversi. La villa è oggi sede del centro studi di fisica nucleare teorica ECT.

domenica 31 marzo 2024

La panchina da panino al Col Fortin in Valsugana

E' stato risistemato il sentiero che porta da Ospedaletto al vicino Col Fortin, una delle tante opere belliche tirate su durante la WW1.
Sempre attrattiva, anche nelle giornate di nuvolaglia, sembra fatta apposta per una sosta "da panino nello zaino". Ci troviamo alla base del Monte Lefre e di fronte vediamo gli stretti e repulsivi valloni che scendono dalla zona di guerra dell'Ortigara e della Caldiera.
Il sentiero si snoda in sinistra Brenta partendo dal paese di Ospedaletto. E lungo il
suo breve percorso si incontra la "panchina da panino" affacciata sul fondovalle.

L'attrattività di questo sentiero sta tutta nel suo essere breve, facile, decentrato, periferico, marginale e quindi ignorato dai flussi turistici. Ma è profondamente inserito nella storia della valle, del suo paesaggio e della sua storia locale, è stato segnato e modificato dalle vicende storiche che lo hanno scosso e attraversato.
Si tratta di una camminata molto breve, con pochissimo dislivello e completamente privo di qualsiasi difficoltà tecnica. Ultimamente è stato anche dotato di una "sparàngola" di fittoni e cavi metallici capace di rassicurare anche i più titubanti.
La rosetta del panettiere scottata e farcita di crauti del giorno prima.
👉La partenza è dal paesino di Ospedaletto e si va e si torna dallo stesso percorso ma (e solo per chi vuole) questa breve passeggiata può anche essere trasformata in una interessante escursione ad anello che si spinge fino ad includere il soprastante Ponte dell'Orco.
👉Attenzione però: non tutte le cartine riportano i sentierini "giusti", anche se fanno parte della base dati di OpenStreetMap! Io uso le mappe della applicazione cecoslovacca "Mapy.cz" basata su dati OSM, che ha un'interfaccia molto leggibile.

domenica 24 marzo 2024

La rosetta del panettiere alla piastra e con i crauti

E' anche un buon modo per riciclare i crauti avanzati dalla sera prima.
mangiare in montagna
E' il massimo del riciclo: rosetta ormai vecchia tagliata in due, riscaldata alla piastra e imbottita con i crauti avanzati da ieri. Fra il tramezzino da toast e la rosetta trattata da toast, scelgo la rosetta. Volendo possiamo aggiungerci dei Würstel oppure del formaggio.
panino e crauti
La rosetta, con la michetta, è il tipo di pane più economico, quello che costa meno.
Nessuna salsa e nessun'altra aggiunta perché l'accoppiata pane+crauti è  autosufficiente.
Serve però una piccola piastra elettrica per "tostare" le due metà della rosetta, ma è questione di tre minuti. Volendo si possono aggiungere anche dei Würstel e in tal caso bisognerà anche scegliere: bollirli o piastrare anche loro? Aggiungere la senape o il cren? 
👉La rosetta è il tipo di pane più economico e in più i crauti bastano anche da soli a farcirla per bene, non richiede niente d'altro.