martedì 1 luglio 2025

Un'insalata da zaino: pane, verdure e uova sode

Pomodori e cipolla di Tropea con pane vecchio e uova sode. Conditi con aceto di vino, olio di oliva, pepe nero e molto basilico fresco tritato.
Preparato in cucina, trasportato nel box di plastica e mangiato col pratico fork (l'attrezzo bifronte che unisce cucchiaio e forchetta).
Il pane vecchio non si getta...


Le insalate portabili (o "zupponi da zaino" che dir si voglia) sono facili da fare perché non bisogna cuocere o spadellare e perchè gli ingredienti sono di quelli che in casa non mancano mai.
A differenza della famosa panzanella toscana (che contiene anche cetrioli) questo
zuppone da zaino vede la presenza delle più nutrienti uova sode.
👉Il pane raffermo deve essere veramente vecchio, duro e secco, così da assorbire succhi e condimenti senza diventare poltiglia. Le economiche rosette si sono rivelate adatte, perchè invecchiano nel modo giusto. Altre volte ho usato anche il pane pugliese (che funziona anche meglio) oppure, all'opposto, il pane di segale, forse un po' troppo aspro per questo tipo di impiego.
👉Un altro accorgimento: è meglio preparare il mix in una comoda terrina così da poter mescolare e lasciar riposare per qualche ora cipolla, pomodori, pane, abbondante basilico tritato. Poi, prima di partire, condire con pepe nero macinato, aceto rosso buono e olio d'oliva, mescolare, aggiungere uno o due uova sode a pezzetti, mescolare ancora e riempire il Tupperware, ricordandosi di portarsi dietro anche il fedele fork.

giovedì 26 giugno 2025

Il nuovo bivacco al Lago di Barco (Val di Sole)

E' piccolo, semplice e rustico ma anche molto vivibile come punto di sosta.  Costruito in pietra e legno, che sono i materiali del posto.
Un nuovo bivacco, che non stravolge l'ambiente e fa a meno degli archistar. Formula semplice e vincente, come i gerani sui balconi dei masi tirolesi, che calamita il turismo non invasivo. E' in Val di Sole, descritto nel blog di Umberto Zanella.
Il nuovo baito è situato proprio in riva al lago.
Sono stati tenuti lontani gli archistar sempre impegnati a bypassare le usanze locali in nome del green e sempre pronti ad imporre al bosco, alla malga e alla montagna l'estetica della periferia urbana. E il risultato si vede: niente polistirolo, acciaio, vetro e hi-tech. Ma pensa un po'!
👉Per la descrizione completa della escursione, dall'avvicinamento fino agli interni, lascio a parola ad Umberto il quale, oltre ad abitare a un tiro di schioppo, è anche un fotografo sopraffino. Questo è il link al post del suo blog, pieno di belle foto.

giovedì 19 giugno 2025

Sì, c'è stata una "Ca' de' Bezzi" anche a Merano

Nel nome e negli arredi interni assomigliava alla più blasonata Ca' de' Bezzi di Bolzano. Rimase attiva dagli anni Venti fino agli anni Cinquanta-Sessanta del '900. Annidata nei "portici interni" di Merano.
Il giardino esterno era quello delle più classiche birrerie. I Portici risalgono al medioevo di Mainardo II di Tirolo-Gorizia, quando Merano, che come città era appena nata, conobbe un prospero periodo di crescita e divenne il capoluogo della contea asburgica del Tirolo. I portici sono la strada cittadina delle botteghe e dei commerci che vanta 800 anni di storia.
La fontana esterna all'affaccio su via dei Portici è ancora al suo posto. Gli interni della
Ca' de' Bezzi meranese esibivano rivestimenti in legno decorato a bassorilievo simili a
quelli della Ca' de' Bezzi di Bolzano, che però è assai più antica e carica di storia, visto
che nacque nel Quattrocento come osteria riservata ai cavalieri dell'Ordine Teutonico.
Sulla strada si aprivano le facciate degli edifici, spesso dotate di erker e portali ad arco, nonché gli affacci delle attività commerciali.
👉Sul retro si sviluppava il "modulo gotico", una proprietà stretta e lunga che dopo l'edificio proseguiva con una striscia di terreno dedicato a spiazzo e ad orto. Ed è sul sedime interno di queste proprietà cittadine "gotiche" che nei secoli successivi, spariti gli orti, crebbero molte aggiunte edilizie.
👉Il ristorante-bar Ca' de' Bezzi/Batzenhäusl era a pian terreno di un edificio cresciuto negli "orti interni" dei Portici storici ed è stato attivo durante il Novecento. I suoi locali e pertinenze sono stati posti in vendita proprio in questi giorni: "con una superficie netta di circa 168,80 m² è in vendita direttamente nel centro di Merano, in via Portici. Si trova al piano terra e dispone di un'ampia cantina/magazzino. Grazie all'ampio giardino di circa 268 m², l'immobile è ideale anche come asilo nido. Superficie commerciale: 245,00 m² - Superficie netta: 168,80 m² - Cantina: 43,20 m² - Piano: piano terra".
La cancellata di ferro che si apre sul lungo passaggio interno che sbocca all'ex-Ca' de' Bezzi porta ancora, in cifre dorate, il numero 32. E' a fianco del negozio di calzature al numero 78 di Via Portici, a Merano.



sabato 14 giugno 2025

La ex-stazione di Ponte Alto, dismessa da anni (forse perchè troppo vicina a quella di Povo ?)

Lungo i binari della Valsugana, a pochi metri dal Ponte Alto di Cognola, c'è ancora l'edificio della ex-stazione ferroviaria.
Sotto l'Austria la fermata di Ponte Alto era a richiesta, come altre dieci. Oggi sopravvive ancora l'edificio, che conserva anche il riquadro bianco con la scritta "136-941".
Si trovava a soli 1000 metri di distanza dalla fermata di Povo, anch'essa facoltativa.
E' una fermata dismessa da anni di cui si è ormai persa memoria.  Ma che al momento dell'entrata in servizio della tratta austriaca Trento-Tezze era ben visibile nelle cartoline propagandiste dell'epoca, con pari dignità della vicinissima fermata di Povo, che invece è tutt'ora in servizio.
Era inoltre riportata nel quadro orario ufficiale della tratta Trento Tezze (tempo di percorrenza due ore e 30 minuti).
La stretta e tortuosa stradina che da Ponte Alto conduce a Povo s'infila con un'arcata sotto la linea ferrata (sovrapposto uno scatto di militari austriaci disposti lungo la scalinata di accesso, ora scomparsa); l'aspetto attuale della ex-stazione e Ponte Alto, un quadro orario del periodo austriaco e il ristorante a fianco del ponte, dal quale si dirama la stradina che sale a Povo.





mercoledì 11 giugno 2025

Penne al pesto + insalata di peperoni, porri e noci

E' un  piatto unico che può fare a meno del secondo. La pasta come primo, l'insalata di verdure come contorno, zero secondo e zero carne.
Le penne al pesto impiattate con una fresca insalata composta da peperoni gialli e porri affettati. Al pesto formula classica (basilico, pinoli, aglio e olio d'oliva) ho aggiunto delle noci tritate a mano nel mortaio genovese, ch è quello di marmo.
Il mortaio genovese é in marmo ed è l'attrezzo giusto per fare il pesto (basilico, pi-
noli, aglio e olio d'oliva). Nella foto lo vediamo pieno di noci, che é uno scostamen-
to dalla formula classica, ma anche un modo per conferire al pesto un sapore più
deciso. Io mi sono limitato ad aggiungere le noci pestate al pesto già pronto... 
Inventato in fretta e direi per caso, semplicemente perché:
👉il pesto é arrivato come gradito dono dall'orto del vicino (che ha le mani d'oro) e quindi le penne della Coop hanno avuto solo da guadagnarci;
👉l'insalata cruda di peperoni gialli e porri ripescati al volo dal frigo sembrava essere lì per compensare bene il caldo di questi giorni di fine estate.
Penne e insalata sono state poi messe assieme in un unico piatto, con una spolverata di pepe nero macinato dall'alto e concentrato più sulle verdure che sulle penne.

venerdì 6 giugno 2025

A Molina di Fiemme, lungo il "Sentiero Italia", c'è un B&B convenzionato col Club Alpino Italiano

Nel vecchio centro del paese c'è un B&B dove escursionisti e alpinisti sono i benvenuti. Si chiama "La tana dell'orso" e se la tira un po'...
E' situato lungo il percorso dello storico Sentiero Italia, la traversata della penisola da Santa Teresa di Gallura a Muggia (Trieste), 500 tappe per un totale di 8.000 chilometri. Il B&B si trova in un'antico edificio del centro ed è assai vicino alla casa affrescata che ricorda la strage nazista del 4 maggio 1945 (quest'ultima si trova sul lato sinistro della strada, ma non è visibile nella foto). 
La bacheca con targa del CAI sul muro esterno dell'edificio.
Si trova nel centro storico di Molina di Fiemme, lungo la vecchia strada della Val di Cembra che da Lavis sale a Cavalese seguendo il solco del torrente Avisio e lambisce (dal secondo dopoguerra in poi) la riva occidentale del lago artificiale di Stramentizzo, luogo dell'omonima strage nazista del 4 maggio 1945.
👉Non è solo un Bed and Breakfast, ma anche punto di sosta ufficiale del Sentiero Italia. La targa appesa all'esterno certifica che la struttura ha le caratteristiche richieste dal Disciplinare SICAI (l'accordo del gestore con il CAI).
Un frame di Google Street View e due dettagli del fronte strada.


domenica 1 giugno 2025

Il Ponte Cornicchio della Busa, in testa al Fersina

Scavalca il torrente proprio nel punto in cui entra in Trento, dopo aver superato la forra che da  Ponte Alto lo guida fino in città.
Il Ponte Cornicchio scavalca il Fersina nel punto in cui sbocca in città. Sotto di lui le opere di derivazione idraulica che alimentavano le due rogge cittadine (nonché la centrale elettrica inaugurata nel 1890 per l'illuminazione pubblica) e la cascata di "troppo pieno".
Sul ponte corre la strada che che dal quartiere della Busa saliva a Mesiano-Povo.
Fra quelli ancora in servizio, questo è il ponte più "stagionato" della città, quello più vecchio, già nominato in un documento del 1339
E' uno dei tre ospitati nel rione "la Busa", il vecchio quartiere operaio che si trova appena più a monte del punto di incontro fra Via Grazioli e Viale Trieste.
👉Sul parapetto c'è una lapide murata che ricorda: "Fece Carlo Caminada del lago di Como di Brienno 1787" (ma quello precedente risale addirittura al 1300).
Ponte Cornicchio visto dalla strada che da Piazza Fiera portava a Pergine.
👉Proprio sotto a questo ponte dal torrente Fersina si diramavano i due canali che portavano l'acqua corrente in città e alimentavano la rete di rogge interne, la Roggia Piccola e la Roggia Granda i quali sono rimasti immutati fino alla costruzione della prima centrale elettrica cittadina, iniziata nel 1888 e che fece epoca perché alimentava la prima rete di illuminazione pubblica ad elettricità della penisola. Le due rogge, invece, oggi invece sono quasi interamente  tombati e quindi invisibili.
Una curiosità: sul ponte c'è ancora la garitta austroungarica (1914/1918) un posto di guardia della città lungo stradina che scende in città dalla zona di Mesiano-Povo.